La Grecia riceve l’ok dall’Eurogruppo ad un’altra tranche di prestiti, ma la decisione sui taglio al debito è rimandata. Scontro tra FMI e Germania.
Ok alla concessione della nuova tranche di aiuti ad Atene, ma la decisione su un possibile taglio al debito è rimandata a data da destinarsi.
La Grecia, dopo che il Parlamento ha approvato nuove misure di austerità la scorsa settimana nella speranza di ricevere una tranche di aiuti da Bruxelles così da ripagare le rate del debito dovute alla BCE e di vedersi tagliare il debito totale del Paese, ha subito una nuova, grande, delusione.
In occasione dell’Eurogruppo di lunedì il ministro delle finanze greco sperava di tornare a casa con un accordo firmato, ma Bruxelles ha deciso di rimandare una possibile riduzione del debito per la Grecia a data da destinarsi.
"L’Eurogruppo ha avuto un confronto approfondito sulla sostenibilità del debito pubblico della Grecia, ma non ha raggiunto un accordo generale",
ha dichiarato Jeroen Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese che presiede le riunioni con i suoi colleghi dell’area dell’euro e che ancora non è riuscito a trovare una soluzione in contrasto a Wolfgang Schauble, ministro delle finanze tedesco che da tempo impedisce ogni potenziale concessione.
Fin dalla concessione del terzo pacchetto di salvataggio della Grecia nell’estate del 2015, il FMI e la Germania sono in disaccordo rispetto alla prospettiva economica della Grecia e alla quantità di debito necessario per garantire la stabilità economica: è lo stesso dibattito che ha impedito il raggiungimento di un accordo all’Eurogruppo di lunedì.
Il grosso punto di scontro verte su ciò che accadrà all’economia greca dopo il 2018, quando scade l’attuale piano di salvataggio. Il FMI, che ha richiesto vengano effettuati dei tagli al debito per finanziare il salvataggio in corso, ha ripetutamente sollevato dubbi sulla capacità della Grecia di mantenere un surplus di bilancio ottimista. Gli altri creditori spingono invece per una prospettiva più positiva. Il motivo è che degli obiettivi fiscali meno ambiziosi aumenterebbero l’ammontare del debito necessario.
Aggiornato al 22/05/2017
La Grecia ha un disperato bisogno che i suoi creditori accettino un nuovo accordo per la riduzione del debito in occasione della riunione dell’Eurogruppo di oggi, un sì che potrebbe aprire la strada per l’erogazione dei fondi di salvataggio così fondamentali per Atene.
I creditori internazionali della Grecia si riuniscono a Bruxelles per discutere di un accordo per alleviare il peso del debito del paese, a solo un giorno di distanza dalle parole del ministro greco delle finanze Euclid Tsakalotos, che ha dichiarato che non vi è alcuna scusa per ritardare i pagamenti.
Il 18 maggio 2017 il Parlamento greco ha approvato un altro ciclo devastante di Troika (Commissione UE, FMI, BCE) per un debito supplementare di quasi 5 miliardi di euro. Tutti i 153 parlamentari della coalizione Syriza-Anel di Alexis Tsipras hanno votato in blocco per il pacchetto-suicidio, tutti i 128 membri dell’opposizione contro.
Alexis Tsipras attende di sapere se le nuove misure di austerità approvate dal parlamento siano abbastanza per i ministri dell’economia e delle finanze della zona euro.
Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e finanziari, ha dichiarato ad una stazione radio francese di essere convinto si possa trovare un accordo tra la Grecia e i suoi creditori, anche se un alto funzionario dell’Unione europea si è mostrato meno ottimista, dicendo ai giornalisti a Bruxelles che le probabilità di un raggiungimento di un accordo sono più ad un 50-50.
I protagonisti delle trattative sono ancora in disaccordo sulla traiettoria di crescita a lungo termine della Grecia e sulla capacità del paese di mantenere un surplus primario consistente nel medio periodo.
Paesi come la Germania credono che una crescita più forte in Grecia elimini la necessità di ridurre il debiti - secondo loro l’espansione del paese è abbastanza per ridurre il proprio debito a livelli sostenibili.
Tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale ha richiesto stime più caute sulla crescita e sul surplus, insistendo sul fatto di non voler partecipare al terzo pacchetto di salvataggio da 86 miliardi di euro della Grecia a meno che non vi sia un taglio significativo del debito.
La Grecia sta finendo il tempo per poter ricevere l’ultima tranche di aiuti necessari per restituire le rate dei debiti precedenti - come nel caso della scadenza di luglio, in cui Atene deve ripagare la Banca Centrale Europea.
Senza progressi in occasione della riunione dell’Eurogruppo di lunedì, alcuni ritengono che la palla debba passare ai livelli più alti - ad Angela Merkel, cancelliere tedesco, e Christine Lagarde, direttore generale del FMI.
Alexis Tsipras negli ultimi due anni e mezzo sta vendendo la sua anima - insieme all’anima del paese che governa - al FMI, alla Commissione europea, alla Banca Centrale Europea e alla Germania.
Questo nuovo debito odioso, pesante come un macigno, ha il compito di aprire la strada ad ulteriore pacchetti di salvataggio (un termine neoliberista per dire “rapina legalizzata”) che aiuteranno a ripagare il debito stesso.
Il debito odioso, secondo tutti gli standard e le leggi internazionali, è un debito illegale, quindi può essere inadempiente o annullato in qualsiasi momento dalla nazione debitrice.
Questo nuovo debito dovrebbe ridurre il già enorme e monumentale onere del debito vicino al 200% del PIL. Il rimborso è impossibile, lo ha ammesso anche il FMI. Non un centesimo del nuovo prestito è a vantaggio di poveri e indigenti, quelli che hanno perso tutto - quel 30 per cento che è già sotto la soglia di povertà, di cui 1,5 milioni vivono in povertà estrema, circa il 13% della popolazione greca, di 11 milioni di persone.
Come riuscire a pensare con un ulteriore ingrandimento del debito possa aiutare la Grecia? Trattasi di un suicidio che Tsipras e i tuoi colleghi parlamentari hanno lasciato che il paese commettesse.
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