Grecia, domani le elezioni: Syriza favorito nonostante il ricatto della BCE

Vittoria Patanè

24 Gennaio 2015 - 09:30

Domani, 25 gennaio, si terranno le elezioni greche. Syriza è in vantaggio, ma la sua vittoria potrebbe avere ripercussioni ancora più pesanti dopo il ricatto che la BCE ha posto con il suo Quantitative Easing

Grecia, domani le elezioni: Syriza favorito nonostante il ricatto della BCE

Archiviata la questione Quantitative Easing, arriva il secondo appuntamento che i mercati internazionali aspettano con ansia e preoccupazione: le elezioni greche del 25 gennaio.

Domani gli ellenici saranno chiamati alle urne per eleggere un nuovo Governo. La lotta è a due: da un lato i democratici dell’ex premier Samaras, dall’altro la sinistra radicale di Syriza guidata dall’uomo "più odiato" dai vertici europei: Alexis Tsipras.

Il risultato delle votazioni condizionerà non solo il futuro della Grecia, ma inciderà notevolmente su tutta l’Eurozona. Nonostante l’Europa abbia fatto qualsiasi cosa per screditare il partito e il suo programma, Syriza si mantiene saldamente in testa nei sondaggi. Anzi, secondo le ultime indagini pubblicate ieri, il ricatto che la BCE ha imposto alla Grecia con il suo Quantitative Easing è servito a poco. Syriza avrebbe addirittura ampliato il vantaggio, raccogliendo il 32,5% dei consensi a fronte del 26,5% raggiunto da Neo Demokratia. Un risultato che conferma le paure dei mercati e dei politici europei, ma che però non basta al partito di Tsipras per ottenere il premio di maggioranza che gli permetterebbe di governare da solo e di imporre la sua politica economica.

Quella che potrebbe scaturire dalle urne dunque, è una situazione di assoluta incertezza che potrebbe condizionare l’intera Unione Europea. E, se si guarda ai dati economici della Grecia, la visione diventa ancora più scoraggiante. A riepilogare la situazione ci ha pensato il Wall Street Journal servendosi di dati provenienti dall’Eurostat e dalla Banca Centrale Greca:

- Il Pil greco è sceso del 25% rispetto al 2008.
- La disoccupazione è salita al 25,8% (1,2 milioni di persone.,
- Nella classifica dei paesi europei per percentuale di popolazione a rischio di povertà ed esclusione sociale, la Grecia si è posizionata al terzo posto.
- Secondo l’Eurostat il 23,1% della popolazione greca è a rischio povertà.
- I NPL, non performing loans (crediti inesigibili) sono saliti al 33,5%, percentuale che corrisponde a 77 miliardi di euro.
- Il valore approssimativo dei flussi in uscita dalle banche elleniche negli ultimi cinque anni è pari a 70 miliardi di euro.
- Dal 2008 a oggi la Borsa di Atene ha perso l’83,9% del suo valore.
- Secondo i dati dell’Associazione Hellenic Confederation of SMEs, o GSEVEE negli ultimi cinque anni un’impresa su quattro ha chiuso i battenti.
- I lavoratori autonomi, nel 2014, hanno dovuto pagare tasse nove volte superiori all’anno precedente.
- Dipendenti e pensionati hanno invece pagato tasse sette volte più alte rispetto al 2009.
- l’IVA della Grecia è pari al 23%, percentuale ben al di sopra della media europea (21,5%).

Dati del genere significano solo una cosa: un disastro. La situazione è davvero al limite e i cambiamenti sono assolutamente necessari.

Su una cosa Syriza ha ragione, guardando questi numeri ci si chiede quanto l’intervento della Troika sia stato utile alla Grecia. Nonostante ciò una cosa appare certa: gli ellenici hanno bisogno dei soldi della Banca Centrale Europea che però ha posto un ricatto bello e buono. Il quantitative easing potrà essere applicato solo sui titoli con rating investment grade. La valutazione dei titoli di Stato ellenici è al di sotto di questo limite. C’è però una soluzione: se un paese accetta il commissariamento della Troika può comunque accedere al QE.

I rapporti tra la Grecia e la Troika sono ormai noti a chiunque. A questo punto però, se Syriza vincesse le elezioni e, come promesso, non rispettasse più le imposizioni dell’ente, verrebbe esclusa dal programma di acquisto, rinunciando a quegli aiuti che ad oggi sono fondamentali per la sopravvivenza del Paese.

Domani si vota, cosa sceglieranno gli elettori greci?

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