Prezzo oro sopra $1.300, incertezza politica USA non piace al mercato

Riccardo Magalotti

2 Novembre 2016 - 20:54

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Il prezzo dell’oro torna sopra quota 1300$, non piace agli investitori l’incertezza creatasi su elezioni e politica monetaria USA. Nuovo rinvio della Fed per l’aumento dei tassi.

Prezzo oro sopra $1.300, incertezza politica USA non piace al mercato

Il prezzo dell’oro torna sopra quota 1300$ l’oncia. Trump sfrutta lo scivolone della Clinton e ribalta la situazione sulle elezioni presidenziali, la cosa non dispiace affatto a chi sta credendo su nuovi massimi del prezzo dell’oro. Anche la Fed incide sul rimbalzo con un nuovo rinvio sul fronte tassi di interesse, nella serata di mercoledì ne è arrivata la conferma. L’oro torna quindi il bene rifugio su cui puntare nei momenti di incertezza.

L’oro ritrova il suo ruolo chiave di bene rifugio

Momento di grande incertezza per l’economia mondiale, le manovre politiche degli Stati Uniti pesano in tutti i mercati. Nessuna certezza all’orizzonte per quella che si prospetta come una fine dell’anno con grandi colpi di scena.

Il candidato repubblicano Donald Trump, sfruttando la caduta dei consensi popolari a favore della Clinton dovuti agli scandali emersi nei giorni scorsi, torna a sperare per un posto alla Casa Bianca. Tale scenario piace molto al prezzo dell’oro che guadagna quasi il 3% in due giorni. Il candidato, pieno di entusiasmo per i consensi tornati a suo favore, torna all’attacco. Stavolta nel mirino del candidato repubblicano c’è Janet Yellen. In caso di vittoria, ha affermato Trump, la Fed cambierà e la prima a perdere il posto sarà proprio la Yellen in quanto le loro idee di politica monetaria non coincidono affatto.

È proprio la Fed a tenere alta l’attenzione degli operatori nella serata di mercoledì. Come previsto, l’aumento tanto atteso dei tassi di interesse non è arrivato nemmeno stavolta. Solo due i voti a favore di un rialzo dei tassi nel meeting di novembre. L’oro festeggia la notizia con un +1,2% tornando sopra quota 1300$. A questo punto gli analisti si aspettano con altissima probabilità che la manovra di politica monetaria arrivi a dicembre, nel meeting di fine anno. A questo punto per la Fed l’aumento dei tassi diventa quasi un obbligo se non si vuole rischiare la recessione. In caso di mancato rialzo anche in quella occasione la banca centrale perderebbe notevolmente di credibilità e solo uno scenario macro estremamente negativo potrebbe impedirlo.

Oro di nuovo sopra al supporto psicologico

Il prezzo dell’oro ritrova il supporto psicologico dei 1300$, +1,2% nella giornata di mercoledì.

Trump e Fed spingono il prezzo dell’oro che riacquista forza e volatilità dopo settimane di staticità ed incertezza. L’esplosione si può notare dalle bande di Bollinger che si erano ristrette nei giorni scorsi a seguito della bassa volatilità e che invece oggi i prezzi hanno rotto pesantemente al rialzo spingendosi al di sopra della resistenza posta in area 1300$.

Importante per i prezzi è stato non scendere sotto quota 1240$. A fungere da supporto è stata la trendline rialzista di lungo periodo e la media mobile a 20 periodi. Osservando proprio le medie, nei giorni scorsi era arrivato un brutto segnale ribassista dato dall’incrocio al ribasso tra la 50 e la 200 periodi, fortunatamente smentito nelle ultime due sedute con i prezzi che hanno rotto al rialzo tali medie.

Ora di fondamentale importanza resta area 1300$ e la rottura della media a 100 periodi situata a tale livello. Solo con la continuazione dell’incertezza sul mercato ed il mantenimento di tale area si potrà puntare ad un nuovo rialzo. Per ora i massimi di agosto in area 1380$ restano lontani, primo target è il massimo di swing decrescente in area 1340$.

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