Giorgia Meloni contro Immuni: dati personali a rischio?

Matteo Novelli

25/06/2020

25/10/2022 - 09:23

condividi

Giorgia Meloni è contraria a Immuni e invita gli utenti a non scaricarla: ma ha ragione? Facciamo chiarezza su privacy e sull’uso dei dati personali fatto dall’app.

Giorgia Meloni contro Immuni: dati personali a rischio?

Giorgia Meloni si scaglia contro Immuni, sottolineando il rischio per dati personali e privacy: ma ha ragione? La leader di Fratelli d’Italia ha invitato gli italiani a non scaricare l’app di contact tracing, generando diverse polemiche vista anche la campagna di informazione che ruota intorno all’applicazione (e che spinge in ogni modo il download).

Abbiamo parlato dell’app Immuni sotto diversi punti: dalla guida completa su come scaricarla e disattivarla fino alla reale utilità nel contenere la curva dei contagi da coronavirus. Le opposizioni si sono scagliate fin da subito sul download di Immuni tra perplessità e dubbi circa l’efficacia dell’applicazione e il trattamento dei dati personali.

Giorgia Meloni contro Immuni: “non scaricate l’app”

La Meloni ha espresso in modo chiaro le proprie perplessità riguardo l’app durante un intervento alla trasmissione Non è un Paese per Giovani di Radio 2:

Non ho scaricato l’app Immuni e invito tutti a non scaricarla. Perché è una iniziativa fatta in violazione del codice appalti e delle norme italiane. Il decreto approvato dice che le informazioni presenti sull’app non possono essere utilizzate per altri scopi ma non sanziona il diverso utilizzo”.

Meloni ha sottolineato poi un ulteriore dato riguardo l’assegnazione della realizzazione di Immuni a Bending Spoons e alle altre società coinvolte:

Non c’è stata una gara pubblica ma il problema è che i dati sulle condizioni sanitarie e gli spostamenti delle persone è il business più appetibile del mondo per le case farmaceutiche. Senza una legge e delle garanzie costituzionali non si poteva fare, secondo me.

Ma è davvero così?

Immuni: quali dati vengono raccolti e come vengono usati

Facciamo un passo indietro in merito e concentriamoci sulla questione dati e privacy. Prima di tutto: scaricare l’app Immuni è un rischio per la nostra sfera privata?

No: l’app non tiene assolutamente conto dei tuoi spostamenti e non utilizza il GPS (quello lo fanno, semmai, Facebook, Instagram e Twitter dietro l’autorizzazione dell’utente).

Quali sono i dati raccolti da Immuni? L’informativa sulla privacy è molto chiara a tal proposito: “Per impostazione predefinita, i dati personali raccolti dall’app non consentono l’identificazione diretta dell’utente, o del suo dispositivo, e sono esclusivamente quelli necessari ad avvisarlo di essere stato esposto a un rischio di contagio, nonché ad agevolare l’eventuale adozione di misure di prevenzione e assistenza sanitaria. In nessun caso saranno tracciati gli spostamenti degli utenti, escludendo quindi ogni forma di geolocalizzazione”.

In sede medica, qualora si verificasse un contagio, l’operatore sanitario che verificherà l’esito positivo del tampone chiederà al paziente se ha effettivamente installato o meno l’app sul proprio smartphone (risposta a discrezione del paziente). L’utente dovrà fornire solo il codice contenuto nell’app, che non indicherà pubblicamente o ad altri utenti lo stato di salute del paziente, e autorizzare l’app al trattamento dei dati (necessario per inviare a tutti gli utenti la famigerata notifica del contagio).

Giorgia Meloni ha ragione su Immuni?

In definitiva: il codice e la data di comparsa della positività al coronavirus richiederà e fornirà dietro l’autorizzazione al portale regionale dedicato alla raccolta dei dati.

Il timore che grandi aziende farmaceutiche o legate alla sanità possano sfruttare per fini commerciali i dati appare sostanzialmente infondato.

Fuorviante anche l’informazione riguardo al bando di concorso pubblico per lo sviluppo di Immuni che avrebbe favorito Bending Spoons rendendo poco pulito il sistema di assegnamento per la realizzazione dell’applicazione.

La creazione di un sistema di contact tracing su modello sudcoreano, dove l’app dedicata funziona e aiuta a rompere le catene del contagio, è stata frutto della valutazione di diverse proposte e di una lunga selezione che ha identificato in Bending Spoons le caratteristiche ideali al suo sviluppo.

Immuni, per di più, è stata sviluppata a titolo gratuito e senza alcun scopo di lucro, come sottolineato dal Commissario per l’emergenza coronavirus in Italia Domenico Arcuri:

Bending Spoons, esclusivamente per spirito di solidarietà e quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo volontario e personale per fronteggiare l’emergenza Covid in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua al commissario Arcuri e alla presidenza del Consiglio dei ministri il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate nonché, per le medesime ragioni e motivazioni, sempre a titolo gratuito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale”.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO