La Germania farà esplodere la guerra del gas in Europa?

Violetta Silvestri

13 Luglio 2021 - 13:05

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Germania osservata speciale in Europa e negli USA mentre il Nord Stream 2 è quasi completato. L’alleanza strategica Berlino-Mosca sul gasdotto rischia di sfociare in pericolose tensioni.

La Germania farà esplodere la guerra del gas in Europa?

Quanto pesa il ruolo della Germania in una ipotetica guerra del gas in Europa?

Molto, stando alle ultime dichiarazioni sul progetto Nord Stream 2 che a breve porterà il gas dalla Russia alla nazione tedesca passando per il Mar Baltico.

Il gasdotto rischia di diventare l’infrastruttura della discordia, con USA e parte di Paesi europei molto agitati sull’influenza crescente che avrà Putin nel vecchio continente in nome della fornitura di gas.

Intanto, la Merkel difende il progetto e rassicura gli alleati: basterà a evitare una guerra del gas?

Nord Stream 2: il gasdotto della discordia che la Germania difende

Angela Merkel ha ribadito che l’Europa farà tutto ciò che è in suo potere per garantire che le forniture di gas continuino a fluire attraverso l’Ucraina anche dopo la costruzione del controverso Nord Stream 2, tra Germania e Russia.

La precisazione è arrivata alla vigilia di un incontro tra la cancelliera e il presidente USA Biden, per nulla contento del progetto - ormai quasi completato - del gasdotto.

Non c’è soltanto la paura di una crescente influenza della Russia sul vecchio continente, a colpi di ricatti sulla fornitura della materia prima. Ad aumentare la tensione sul progetto è emersa anche la questione Ucraina: i funzionari americani spingono affinché la Merkel adotti presto misure efficaci per tenere sotto controllo la Russia e garantire il transito del gas anche a Kiev.

Gli Stati Uniti si sono quindi uniti agli alleati dell’Unione europea nel condannare il gasdotto di 1.230 chilometri (760 miglia) sotto il Mar Baltico.

Lo vedono come uno strumento che il Cremlino utilizzerà per minacciare gli interessi di sicurezza dell’UE e strozzare l’economia ucraina bloccando di fatto l’ancora di salvezza del gas per l’ex repubblica sovietica, come già accaduto durante le controversie in passato.

Inoltre, dirottando il passaggio della materia prima su altri territori, in questo caso nel Mar Baltico, la Russia potrebbe perdere interesse nel tenere un atteggiamento più conciliante con l’Ucraina (che non sarebbe più uno spazio rilevante per il passaggio del gas).

Guerra del gas in Europa? Cosa aspettarsi

Probabilmente si arriverà a un compromesso in grado di difendere l’Ucraina con un impegno a rafforzare le infrastrutture della nazione e a compensare le spese di transito del gas perse.

Quel che invece appare meno certo è come si evolverà l’intreccio geopolitico e delle relazioni tra le potenze in gioco.

Gli Stati Uniti di Biden, come già Trump, si oppongono al progetto che di fatto riconosce un ruolo chiave alla nemica Russia.

La Merkel continua a difendere l’infrastruttura, valutandola esclusivamente come un’opportunità economica e non politica.

Il gasdotto appare sempre di più come un intralcio alle relazioni diplomatiche tra la nazione europea e Washington.

La Casa Bianca, però, ha bisogno di sponde nella sua politica determinata contro la Cina e, per ora, ha sospeso le sanzioni contro le società coinvolte nel progetto con l’intento di creare un clima conciliante.

Intanto, il gasdotto potrebbe essere completato entro la fine del prossimo mese, secondo i calcoli dell’amministratore delegato di Nord Stream 2 Matthias Warnig. Con il 98% già costruito, potrebbe funzionare entro il 2021.

Si prevede che le diplomazie della Germania e degli Stati Uniti lavoreranno ancora intensamente, per evitare attriti legati al gas in Europa nella cornice da guerra fredda ormai evidente nel post-Covid.

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