Garanzia Giovani 2014: cosa succederà il 1° Maggio?

Simone Casavecchia

23 Aprile 2014 - 16:10

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Sarà davvero una festa anche per chi il lavoro non ce l’ha oppure il nuovo piano di occupazione richiederà ulteriori mesi per essere davvero attuato?

Garanzia Giovani 2014: cosa succederà il 1° Maggio?

Garanzia Giovani è una locuzione che ormai potrebbe anche destare pesanti sospetti ma che, in realtà dovrebbe portare con sé vantaggi e agevolazioni. Pur essendo una misura giuslavoristica di cui si continua a parlare, sempre in sede teorica, da più di dieci anni, Garanzia Giovani è la controparte italiana di un più ampio programma europeo - European Youth Guarantee – con cui gli stati membri dell’UE si sono impegnati a garantire ai giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni un’offerta di lavoro di qualità oppure, in alternativa, la possibilità di proseguire gli studi, invece che di rinunciarvi o, ancora, la possibilità di svolgere un tirocinio formativo o un periodo do apprendistato entro i quattro mesi successivi dall’uscita dal sistema scolastico o dall’inizio della disoccupazione.

A livello europeo, gli obiettivi da perseguire entro il 2020 dovrebbero essere quelli della piena occupazione (75%) dei cittadini tra i 20 e i 64 anni di età; la riduzione al di sotto del 10% degli abbandoni scolastici e, comunque, una diminuzione considerevole della quota di persone socialmente escluse o in stato di povertà.

Nel caso italiano ci sono alcune specifiche da non trascurare, come l’estensione delle misure di garanzia fino ai 29 anni e l’esigenza di recuperare, oltre ai disoccupati anche le persone che non frequentano neanche corsi di istruzione scolastica o universitaria o corsi di formazione professionale. In totale si tratterebbe di una cifra che supera i due milioni di cittadini.

Come ha recentemente chiarito il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, in un’intervista rilasciata a Repubblica, il 1° Maggio dovrebbe essere l’inizio della fase operativa del progetto per quanto riguarda l’Italia. Una data simbolica che dovrebbe, quantomeno, iniziare a sbloccare 900mila posti di lavoro, offrendo un’opportunità formativa o lavorativa ai giovani tra i 15 e i 25 anni, entro 24 mesi dall’ingresso nel mondo del lavoro. Altra novità di imminente attivazione è quella del servizio comunitario, un misura simile al servizio civile a cui saranno chiamate le persone che ricevono il sussidio e godono di buona salute.

Dal punto di vista operativo saranno i siti web www.garanziagiovani.gov.it (di prossima attivazione) e Cliclavoro a permettere la registrazione degli utenti interessati all’iniziativa. Le domande saranno poi gestite dai Centri per l’Impiego provinciali che, dopo una fase di screening, appronteranno insieme al singolo candidato un Patto di Servizio, utile all’inserimento nel mondo del lavoro o della formazione professionale. Un finanziamento diretto, nella forma del bonus o del voucher, consentirà l’accesso ai percorsi formativi o lavorativi previsti.

Fin qui la teoria e i programmi di massima. Ma al di là dei proclami, i nodi da sciogliere restano ancora molti, nonostante i primi passi si siano mossi con accordo quadro firmato con Finmeccanica e utile all’attivazione di molte posizioni di stage fino al 2015 e sia stata recentemente comunicata anche la firma di un protocollo d’intesa con la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (AGIA).

Oltre al ritardo nell’avvio del progetto (nei piani dell’ex ministro Giovannini sarebbe dovuto partire a Marzo 2014), non è stato ancora sufficientemente chiarito se il progetto riguarderà gli under 25, come prevede l’Europa, o gli under 29 come vorrebbe anche Renzi. Inoltre il piano operativo italiano è stato, almeno in parte, ridefinito e perciò è stato conseguentemente inviato, una seconda volta, a Bruxelles che deve ancora dare il benestare definitivo; nonostante un accordo fra stato e regioni per far partire il progetto all’inizio del mese prossimo, potrebbero esserci dei significativi slittamenti a Settembre. Last but not the least, la partita sui fondi: dall’Europa dovrebbe arrivare un miliardo e mezzo di euro, una cifra così grande da richiedere la massima attenzione nel suo impiego; soprattutto dovrebbero essere evitati sprechi, che già si temono, in specifici settori.

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