Forex: tonfo dell’euro dopo vittoria di Tsipras

Nicola D’Antuono

22 Settembre 2015 - 06:58

Il cambio Euro/Dollaro torna sotto 1,12 dopo la vittoria di Tsipras, che torna ad essere il premier della Grecia. Secondo Goldman Sachs, il cambio perderà un altro 18% da qui a marzo prossimo

Forex: tonfo dell’euro dopo vittoria di Tsipras

Dopo le dimissioni di fine agosto, successive al “drammatico” accordo con l’Europa per ottenere un nuovo piano di salvataggio in grado di scongiurare la bancarotta della Grecia, Alexis Tsipras è di nuovo il premier della Repubblica ellenica a seguito della netta affermazione alle elezioni politiche. Il leader di Syriza è pronto a dare vita a un governo di maggioranza con l’ala nazionalista di destra Anel, come già avvenuto nel corso del primo mandato. La vittoria di Tsipras è una buona notizia per gli investitori, visto che si andrà avanti con le riforme già programmate con la troika per risanare i conti pubblici greci senza essere di nessun intralcio ai policy maker di Francoforte.

Sul forex la reazione dell’euro alla vittoria di Tsipras è stata negativa, per la gioia di Mario Draghi & co. che sicuramente preferiscono assistere a una maggiore svalutazione della moneta unica in una fase di recupero sul fronte della crescita economica. Il tasso di cambio Euro/Dollaro, che venerdì aveva temporaneamente superato 1,1450, è crollato fino a 1,1180 facendo intravedere le caratteristiche di un tipico bearish trend. L’euro ha perso molto anche nei confronti delle altre valute più importanti, come la sterlina, lo yen e il franco svizzero.

Secondo gli specialisti di Goldman Sachs alla fine la BCE potrebbe essere costretta ad ampliare il programma di quantitative easing dagli attuali 60 miliardi di euro al mese, ma soprattutto dovrebbe estendere il piano di acquisto titoli oltre la scadenza di settembre 2016 (la sensazione è che si andrà avanti almeno fino alla metà del 2017). Gli analisti valutari della banca d’affari newyorkese si aspettano un movimento ribassista direzionale sul cambio fino a 0,95 entro marzo prossimo, quando la FED dovrebbe già aver alzato i tassi di interesse per la prima volta nell’ultimo decennio. La prospettiva per il cambio, da qui a fine 2017, però, è ancor più significativa: si presume che la quotazione arriverà addirittura a 0,80, toccando nuovi record negativi.

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