Venerdì alle ore 14:30 verrà pubblicata la versione destagionalizzata della crescita dell’economia degli Stati Uniti nel primo trimestre, forti i dubbi degli analisti. Cosa aspettarsi?
L’economia degli Stati Uniti ha subito una contrazione della crescita nel primo trimestre, piegata sotto il peso di nevicate inaspettate e della nuova forza del dollaro, nonostante le attività sembrano ora registrare un modesto rimbalzo.
Ci si aspetta che governo riferisca oggi che il prodotto interno lordo statunitense si è contratto ad un tasso annuo dello 0,8 % invece di crescere al ritmo dello 0,2% stimato il mese scorso.
Segui la pubblicazione della revisione sul PIL del primo trimestre dell’economia degli Stati Uniti sul Calendario Economico aggiornato in tempo reale, venerdì alle 14:30 (ora italiana).
Una crescita del deficit commerciale e una riduzione maggiore del previsto dei beni in magazzino da parte delle imprese spingeranno la revisione del PIL del primo trimestre 2015 al ribasso.
Con le stime di crescita per il secondo trimestre intorno al 2%, l’economia statunitense sembra pronta a registrare nel primo trimestre la peggiore performance dal 2011.
Gli economisti, tuttavia, avvertono di non focalizzarsi troppo su un dato rivisto così al ribasso. Sostengono infatti che il PIL per il primo trimestre è stato portato giù da una confluenza di fattori temporanei, tra cui un problema con il modello di calcolo del governo di eliminare dai dati le fluttuazioni stagionali.
"La debolezza della ripresa degli Stati Uniti non è come una macchina che perde le sue ruote perché il mercato del lavoro rimane sano e il settore immobiliare è in ripresa",
ha detto Thomas Costerg, economista presso la Standard Chartered Bank di New York.
Molti economisti hanno messo in dubbio l’accuratezza delle stime del PIL per il primo trimestre, che hanno avuto la tendenza a mostrare sempre una certa debolezza nel corso degli ultimi anni.
Sostengono che la cosiddetta destagionalizzazione non è portata a compimento sui modelli stagionali, lasciando una stagionalità "residuale".
Il governo ha riferito la settimana scorsa di essere a conoscenza del problema e di stare lavorando per l’inesattezza dei dati al minimo.
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