Negli ultimi giorni l’euro è stato sotto pressione, a seguito del taglio del costo del denaro della BCE. Secondo gli esperti il trend ribassista potrebbe continuare
Il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE non ha sorpreso più di tanto il mercato, visto che la caduta dell’inflazione sotto l’1% e il record della disoccupazione richiedevano misure urgenti per allontanare lo spettro della deflazione. Dopo alcuni mesi passati a preoccuparsi della forza dell’euro sui mercati valutari, ora i policy maker europei ritengono che sia giunto il momento di un riequilibrio delle forze sul forex. Una moneta unica sempre più debole dovrebbe dare sollievo alle imprese europee esportatrici, in una fase in cui i consumi domestici sono ai minimi.
Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è sceso sui minimi delle ultime 8 settimane a 1,3295. Sul finire di ottobre la quotazione aveva toccato il livello più alto degli ultimi due anni in area 1,3830, poi è avvenuto un deciso calo di quasi quattro punti percentuali in pochi giorni. Le difficoltà dell’economia dell’eurozona e i sorprendenti dati macroeconomici americani dell’ultima settimana (in particolare i non-farm payrolls sopra le attese) hanno favorito la discesa del cambio euro/dollaro, che ha iniziato la nuova ottava in area 1,3350.
Da un punto di vista tecnico ora appare probabile un rimbalzo verso 1,34 - 1,3450, ma il trend ribassista potrebbe subire una brusca accelerazione in caso di breakout del supporto di area 1,33. Se i prezzi evidenzieranno una chiusura giornaliera sotto questa key area, il cambio euro/dollaro dovrebbe scendere fino al supporto di 1,31 e probabilmente spingersi anche fino alla soglia psicologica di 1,30 prima di una risalita. Gli investitori scommettono sul mini-euro e sulla riscossa del dollaro, dopo alcune settimane travagliate a causa dello shutdown e il problema del tetto al debito pubblico.
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