Draghi è uscito definitivamente allo scoperto e ha fatto intendere di essere pronto ad annunciare il QE a stretto giro di boa. Va giù pesante l’euro/dollaro, fin sotto 1,2450
Stamattina Mario Draghi, governatore della BCE, ha parlato da Francoforte al Congresso bancario europeo affermando che c’è una certa urgenza di intervenire contro il rischio di bassa inflazione prolungata nel tempo. Il banchiere italiano ha promesso ai mercati che riporterà il tasso di inflazione al target del 2% e che non c’è assolutamente tempo da perdere. L’ultima lettura del dato sull’indice dei prezzi al consumo nell’Eurozona è stato dello 0,4% (un anno fa eravamo allo 0,9%).
Draghi ha dichiarato che la BCE è pronta a utilizzare tutti i mezzi possibili per riportare l’inflazione verso il target “senza alcun ritardo ingiustificato”. Il numero uno dell’Eurotower non ha nascosto la sua preoccupazione per il processo di disinflazione in corso in Eurolandia, già messa a dura prova a causa di una disoccupazione record e un’economia fragilissima. Le parole di Draghi fanno presagire il lancio di un piano di quantitative easing già a dicembre, visto che si è detto pronto ad aumentare il ritmo e il volume dei titoli da acquistare.
Le attese di un QE nell’area euro hanno velocemente mandato al tappeto la moneta unica, che negli ultimi giorni era apparso molto pimpante dopo la pubblicazione dei alcuni dati macro superiori alle aspettative. Tuttavia già dopo i brutti dati sul comparto manifatturiero tedesco pubblicati ieri, l’euro ha cominciato a perdere forza e ad arretrare nei confronti delle major currencies. Il tasso di cambio euro/dollaro, che in mattinata si era avvicinato a quota 1,2570, si è sciolto come neve al sole precipitando sotto 1,2450. Ora nel mirino ci sono i minimi del 7 novembre posti a 1,2357.
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