Forex: dollaro perde colpi dopo minute della FED e aumento tassi sui T-Note

Nicola D’Antuono

9 Gennaio 2014 - 08:41

Il dollaro è in sofferenza dopo la pubblicazione delle minute della FED. Pesa anche l’aumento dei tassi sui T-Bond oltre il 3% e la discesa dell’inflazione in Cina

Forex: dollaro perde colpi dopo minute della FED e aumento tassi sui T-Note

Secondo quanto emerso dai verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve tenutasi lo scorso 17 e 18 dicembre, la maggior parte dei membri del Fomc, ovvero il braccio operativo della FED, ha richiesto l’avvio del tapering in quanto è opinione diffusa che gli effettivi positivi dei piani di quantitative easing sul ciclo economico tendono a perdere efficacia nel corso del tempo. Dalle minute della FED sembra piuttosto chiara la volontà di molti membri del Fomc di dare vita a un piano di riduzione degli stimoli monetari più aggressivo. Poco più di tre settimane fa, invece, la FED ha optato per un soft tapering, riducendo le iniezioni di liquidità su base mensile a 75 miliardi di dollari da 85 miliardi.

In base a un sondaggio condotto all’interno del Fomc stesso, il programma di quantitative easing sarà comunque concluso entro la seconda parte del 2014, mentre alla fine del 2015 dovrebbe iniziare anche la stretta sui tassi di interesse, che al momento restano all’interno del range compreso tra lo 0% e lo 0,25%. Le autorità monetarie di Washington non hanno ritenuto opportuno modificare gli obiettivi sulla disoccupazione per l’avvio della stretta sui tassi: il target resta immutato al 6,5%, non molto distante dall’ultima stima del 7% (livello più basso da novembre 2008). Maggiore attenzione sarà rivolta alle dinamiche di inflazione, che resta molto bassa ma comunque ancora sotto controllo.

Intanto ieri il Dipartimento del Tesoro USA ha concluso con esito positivo l’asta dei titoli di stato a 10 anni, piazzando bond governativi per un controvalore pari a 21 miliardi di dollari. A causa dell’avvio del tapering, resta sotto pressione il rendimento dei T-Note decennali, che ieri è salito sopra la soglia critica del 3% attestandosi al 3,009% ai massimi da maggio 2011. La domanda degli investitori internazionali per i bond a stelle e strisce è stata comunque molto sostenuta. Sul forex, dopo le minute della FED e il deciso incremento dei tassi sui T-Note USA, c’è stata una retromarcia del dollaro americano, che da inizio anno era stata una delle valute più acquistate.

Il tasso di cambio euro/dollaro è rimbalzato con decisione dai minimi di 1,3553 (minimo più basso degli ultimi trenta giorni), riportandosi in area 1,36. Oggi è in programma il meeting della BCE, che comunque non dovrebbe modificare il costo del denaro nell’eurozona dal valore attuale dello 0,25%. Il tasso di cambio sterlina/dollaro è in rialzo, poco sotto 1,64670, in attesa dei tassi della Bank of England (anche qui attesi invariati allo 0,5%). Rallenta la marcia rialzista il cambio dollaro/yen, che è stato respinto nuovamente sulla resistenza di area 105. Wall Street ha chiuso contrastata ieri sera, mentre stamattina la borsa di Tokyo ha registrato un calo dell’1,5% dopo il brutto dato dell’inflazione in Cina, diminuita oltre le attese al 2,5%, sui minimi degli ultimi 7 mesi.

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