FoodTech: cos’è, trend e giro d’affari

Massimiliano Carrà

19/09/2019

15/07/2020 - 15:21

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Ecco cosa è il FoodTech, i trend che comprende al suo interno e quale è il giro d’affari che muove nel mondo. Il food delivery traina l’Europa, ma l’Italia non riesce ad attrarre molti investimenti

FoodTech: cos’è, trend e giro d’affari

Il settore food negli ultimi anni sta sempre di più conquistando la scena internazionale. Ne sono una dimostrazione il crescente interessamento verso i prodotti tipici, biologici e a km 0, la nascita di vari format televisivi e l’ascesa sempre più costante del cosiddetto food delivery.

Contestualmente è anche innegabile la continua crescita del settore tecnologico e delle startup. E proprio dall’unione di questi due grandi settori, ne è nato uno ibrido: il food-tech, o FoodTech.

Partendo dal fatto che appunto nasce dalla fusione di questi due grandi mondi, il FoodTech è un settore che fa leva su tecnologie digitali innovative per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo, distribuzione del cibo.

Quali settori include il FoodTech

Usato con particolare riferimento al mondo delle startup, il settore FoodTech che sta attribuendo al cibo delle nuove caratteristiche tecnologiche ingloba al suo interno diversi settori. Tra questi:

  • Agritech: racchiude quelle startup focalizzate sul settore dell’agricoltura e che hanno l’obiettivo di migliorare la produzione e la qualità agricola attraverso l’uso di droni, sensori e software di gestione. Coinvolge anche nuovi prodotti agricoli, le fattorie di nuova generazione e l’agricoltura urbana.
  • Foodscience: startup che sviluppano nuovi prodotti alimentari rispondendo all’esigenza di maggiore trasparenza, salute e attenzione all’ambiente.
  • Delivery & Retail: startup che rispondono alle sfide dell’e-commerce nel settore alimentare. Qui l’obiettivo è molto più ampio: dal miglioramento dell’esperienza dell’acquirente nei negozi, alla consegna a domicilio, ai pasti al ristorante.
  • Foodservice: startup che hanno l’obiettivo di rivoluzionare l’industria della ristorazione, mettendo in connessione ristoranti e clienti con chef locali, per la creazione di nuove esperienze.

Il giro d’affari: il food delivery trascina l’Europa

La crescita esponenziale del FoodTech si può anche evincere dal giro d’affari. In base a quanto esaminato dall’ultimo report disponibile, ossia “The State of European Food Tech 2018” di Five Seasons Ventures e Deal Room, si evince che le 35 società dal valore superiore al miliardo di dollari, dette anche unicorni, hanno creato un giro d’affari complessivo di 169 miliardi di euro. Di questi, poco meno di un terzo, ossia 30 miliardi di euro, sono stati generati dalle startup europee.

L’Europa tra l’altro si è concentrata soprattutto nel settore del food delivery. Tant’è che di questi 30 miliardi di giro d’affari, 21 sono stati registrati proprio in questo settore. E proprio questi 21 miliardi di euro sono stati generati da cinque grandi player del food delivery: Deliveroo, Delivery Hero, Just Eat, takeaway.com e Hello Fresh.

Proprio loro hanno tra l’altro raccolto dal 2013 al 2018 quasi la metà degli investimenti nelle startup attive nel settore del FoodTech europeo: 3,1 miliardi su 6,5 miliardi di euro.

Pochi gli investimenti in Italia

E anche se in Italia da una parte il Seed&Chips si sta affermando come il principale evento internazionale del FoodTech, e dall’altra sono stati localizzati due importanti acceleratori internazionali come lo StartupBootCamp FoodTech e il FoodTech Accelerator di Deloitte, gli investimenti nelle startup del Bel Paese non decollano, anzi.

Infatti, dai dati del “The State of European Food Tech 2018”, per volume di investimenti le startup italiane attive in questo settore che unisce cibo e tecnologia sono riuscite ad attrarre solo l’1% dei capitali di questo mondo.

A livello europeo il primato è della Germania. Essa grazie alla presenza di Delivery Hero vale il 45% degli investimenti. Seconda con il 26% la Gran Bretagna, dove hanno sede Deliveroo e Just Eat, terza invece la Francia con l’8%.

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