Europa in ritardo sulla ripresa: gli USA più forti per questi motivi

Violetta Silvestri

25 Febbraio 2021 - 13:14

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Nella corsa verso la ripresa economica, l’Europa appare in ritardo rispetto agli USA. Quali prospettive di rilancio per le due potenze e perché l’UE ha già perso.

Europa in ritardo sulla ripresa: gli USA più forti per questi motivi

Ripresa economica: Europa e Stati Uniti non proseguono allo stesso ritmo.

Secondo alcuni analisti e osservatori, infatti, mentre gli USA di Biden avanzano verso un generoso pacchetto di stimolo fiscale per accelerare il rilancio post-crisi, gran parte dell’Europa si sta muovendo a rallentatore.

La maggior parte degli esperti si aspetta che l’economia statunitense raggiunga la sua dimensione pre-pandemia intorno alla metà del 2021, circa un anno prima del blocco valutario europeo.

Nella corsa verso la crescita, l’Europa ha già perso contro la potenza USA? Stime e prospettive.

Europa perdente nella ripresa: gli USA sono avanti

Come riportato da Bloomberg, secondo UniCredit il disegno di legge di stimolo da 1,9 trilioni di dollari del presidente Joe Biden, se i leader del Congresso approvassero l’intero importo, porterebbe la spesa della sua amministrazione nel 2021 a più del triplo di quanto pianificato dai Paesi dell’area euro.

JPMorgan stima che la «spinta fiscale» aggiungerà l’1,8% alla produzione statunitense quest’anno. Per la zona euro, sottrarrà lo 0,1%.

Ora, il rallentamento dell’Europa è in parte il risultato della sua struttura piuttosto ingombrante. I 27 Governi sovrani dell’UE hanno stabilito le proprie politiche fiscali, ci sono voluti mesi di negoziati lo scorso anno per concordare un fondo comune da 750 miliardi di euro.

Le proposte su come spendere il denaro sono ancora in fase di elaborazione e probabilmente i soldi non inizieranno a essere distribuiti fino alla seconda metà dell’anno.

Una tale attenta considerazione ha i suoi vantaggi. Se il Recovery Fund verrà speso bene, l’UE disporrà di una suite ben strutturata di progetti che migliorano la produttività e il potenziale di crescita per gli anni a venire. Senza riforme credibili, però, il continente potrebbe essere rovinato altrettanto a lungo.

Non solo, Erik Nielsen, capo economista di UniCredit, afferma che la differenza nei piani di spesa rispetto agli Stati Uniti è “sbalorditiva” e l’approccio della zona euro è inadeguato: porterà a una ripresa moderata, una disoccupazione più alta, cicatrici economiche profonde e un’inflazione debole.

Secondo lo stratega della banca, inoltre, bisogna osservare l’output gap. Quell’indicatore di potenziale economico inutilizzato è difficile da misurare con precisione, ma al momento è ampiamente considerato più grande nell’UE che negli Stati Uniti.

Ciò significa che l’Europa dovrebbe fare di più, non di meno, per rilanciare la sua economia. Il Fondo monetario internazionale stima che l’output gap degli Stati Uniti sia stato del 3,2% del PIL nel 2020 e del 5,1% nella zona euro.

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