Euro troppo forte? Ora anche la Germania pensa al QE stile Fed

Nicola D’Antuono

26 Marzo 2014 - 06:58

Per contrastare la forza dell’euro ora anche la Bundesbank apre alla possibilità di mettere in pratica un piano di QE, come ha già fatto la FED negli ultimi anni

Euro troppo forte? Ora anche la Germania pensa al QE stile Fed

Secondo quanto dichiarato da Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, la BCE potrebbe tagliare ancora i tassi di interesse per allontanare i rischi di deflazione. Si tratta di una posizione decisamente inaspettata, se si considera che fino ad oggi la banca centrale teutonica ha sempre manifestato forti dubbi sul mantenimento di tassi di interesse su valori vicini allo zero. Attualmente il costo del denaro nell’eurozona è sui minimi storici allo 0,25%. La Buba non è comunque convinta di abbassare i tassi su valori negativi, in quanto tale misura potrebbe non essere sufficiente per tenere bassi i tassi sul credito.

Tuttavia secondo il numero uno della banca centrale tedesca “per contrastare le conseguenze di un forte apprezzamento dell’euro sull’inflazione, i tassi di interesse negativi sembrano essere una misura più appropriata di altre”. Una delle dichiarazioni più inaspettate rilasciate da Weidmann è quella sul piano di quantitative easing, che potrebbe essere clamorosamente adottato anche dalla BCE come hanno già fatto altre grandi banche centrali (FED in primis). Il governatore della Buba ha sottolineato che, se ci sono rischi per la stabilità dei prezzi, sarà necessario rafforzare le misure di politica monetaria per cui un piano di stimoli monetari “non è fuori discussione”.

L’euro forte sta preoccupando molto anche Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, secondo il quale l’economia italiana, ma anche quella spagnola, francese e tedesca non possono tollerare a lungo una valuta così forte e molto vicina a quota 1,40 dollari. Secondo Tajani la BCE dovrebbe rivedere il suo mandato di politica monetaria: non dovrebbe preoccuparsi esclusivamente della stabilità dei prezzi, bensì iniziare a perseguire l’obiettivo di una bassa disoccupazione come avviene negli Stati Uniti. Il commissario per l’Industria ritiene che sia giunto il momento di fare le riflessioni più appropriate sull’euro, in quanto si rischia di vanificare gli sforzi fatti in tema di politica industriale.

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