La stretta sulle esportazioni USA di etano e butano verso la Cina potrebbe rivelarsi un boomerang per l’industria energetica statunitense, frenando lo slancio del settore degli idrocarburi.
Nel pieno della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’amministrazione Trump ha compiuto un nuovo passo che rischia di rivelarsi un colpo al cuore per l’industria energetica americana. A fine maggio, Enterprise Products Partners – uno dei principali operatori statunitensi di terminali marittimi per l’esportazione di gas naturale liquido – ha ricevuto una notifica dal Dipartimento del Commercio: per continuare a esportare etano e butano verso la Cina, sarà ora necessaria una licenza speciale, motivata dal rischio che tali prodotti possano essere utilizzati per scopi militari.
La decisione, che si inserisce in una lunga serie di restrizioni commerciali imposte a Pechino, solleva interrogativi sulla reale efficacia di una misura che appare più simbolica che strategica. Secondo numerosi analisti del settore energetico, infatti, questa mossa potrebbe causare danni maggiori agli Stati Uniti che alla Cina, colpendo duramente il settore dell’energia e il comparto del petrolio e gas.
Negli ultimi dieci anni, la produzione di etano negli Stati Uniti è cresciuta in modo esponenziale, passando da circa 217.000 barili al giorno nel 2014 a 2,83 milioni nel 2024. Questo incremento è dovuto principalmente all’espansione della produzione di shale gas, in particolare nei bacini onshore del Texas e della Pennsylvania. [...]
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