Ecco perché alle aziende italiane piacciono i bond

Francesca Caiazzo

19/10/2017

21/11/2017 - 10:14

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È un momento favorevole per le aziende italiane per emettere bond societari e il mercato è in fermento: ecco perché

Ecco perché alle aziende italiane piacciono i bond

I bond societari piacciono alle aziende e al mercato italiani. E i dati raccolti da Dealogic per il Sole 24 Ore su emittenti corporate e finanziarie sembrano confermarlo con un valore nominale che da gennaio a oggi arriva a circa 57,3 miliardi.

Numeri da record che In Italia non venivano toccati dal 2009, diversamente da quanto accade, invece, negli Usa dove si registra una diminuzione delle emissioni corporate.

Il momento favorevole

Perché le società decidono di emettere bond? Le ragioni sono essenzialmente finanziarie, si tratta di recuperare liquidità per espandere la propria attività, per ridurre un indebitamento bancario o per effettuare eventuali acquisizioni.

In Italia, in particolare, oggi il momento appare più che favorevole per questo tipo di operazioni:

Gli spread creditizi dei corporate e dei finanziari sono ai minimi da 10 anni e il livello generale dei tassi è ancora molto basso

ha spiegato Angelo Dipasquale, di Equita.

A livello europeo le nuove emissioni, nei primi otto mesi del 2017, sono state 477, un terzo delle quali (31%) avviato – osserva Equita - con lo scopo di rifinanziare un debito ottenendo condizioni più vantaggiose.

In tutt’altra direzione si muove invece il mercato negli Stati Uniti, dove nelle ultime settimane il valore delle nuove emissioni corporate si è più che dimezzato scendendo sotto i 20 miliardi di dollari.

Una diminuzione dovuta soprattutto alla politica monetaria della Federal Reserve che sta aumentando i tassi e riducendo il bilancio.

I “casi” Esselunga, Wind Tre e Snam

Il caso italiano più recente è quello di Esselunga. La società della grande distribuzione ha debuttato sul mercato obbligazionario con una emissione da 1 miliardo di euro in due tranche da 500 milioni.

Un esordio salutato con un vero e proprio boom di richieste con ordini per circa 9,2 miliardi complessivi.

Con questa operazione, Esselunga si garantisce la liquidità necessaria per ripagare il finanziamento bancario ottenuto per acquistare la maggioranza di Villalta Partecipazioni, la controllata che gestisce gli 83 immobili utilizzati dalla catena di supermercati.

Nelle ultime ore anche Wind Tre ha annunciato l’emissione di titoli obbligazionari senior secured - tramite una combinazione di titoli in euro a tasso fisso e variabile e titoli in dollari statunitensi a tasso fisso e variabile - per un totale di 7,3 miliardi di euro.

L’operazione, ha spiegato la stessa società, servirà per

Rimborsare l’indebitamento finanziario, rimborsare i finanziamenti infra-gruppo erogati alla stessa da parte della controllata Wind Acquisition Finance e permettere a quest’ultima di rimborsare tutti i titoli senior e senior secured emessi dalla stessa Waf.

Il 10 ottobre scorso, infine, Snam ha annunciato il ritiro di titoli per un valore nominale di 607 milioni da scambiare con una nuova emissione da 650 milioni.

Bnp Paribas ha acquistato le vecchie obbligazioni emesse dalla società leader in Europa nella realizzazione e gestione integrata di infrastrutture nel settore del gas naturale.
La sostituzione verrà perfezionata il prossimo 25 ottobre all’esito del collocamento delle nuove obbligazioni che saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo.

Previsioni future

Il momento, abbiamo detto, è favorevole per le società italiane. Che in effetti hanno dato una accelerazione sul fronte dell’emissione di bond.

Ma questa aura positiva potrebbe non durare molto ed è per questo che le società italiane interessate all’emissione di bond stanno spingendo sull’acceleratore.

Da una parte pesa l’incertezza delle prossime elezioni politiche dall’altra la politica della Bce.

L’incognita delle elezioni rischia di pesare nei prossimi mesi sulla volatilità dei Btp e di “contagiare” il mondo corporate, per questo gli emittenti potrebbero anticipare alla fine di quest’anno parte dei rifinanziamenti previsti per il 2018 incrementando ulteriormente i volumi italiani sul primario

ha spiegato Marco Copaitich, di Barclays.

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