Draghi vuole vaccinare metà degli italiani entro luglio: ecco come

Alessandro Cipolla

19/02/2021

27/04/2021 - 15:58

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L’obiettivo di Mario Draghi è quello di vaccinare 25 milioni di italiani entro luglio per salvare così la stagione turistica: somministrazioni in caserme e dai medici di base, ma il vero nodo è l’approvvigionamento.

Draghi vuole vaccinare metà degli italiani entro luglio: ecco come

Somministrare il vaccino anti-Covid a 25 milioni di italiani entro luglio, arrivando a 30 milioni ad agosto, dando una boccata d’ossigeno anche alla stagione turistica che così verrebbe in qualche modo salvaguardata.

Questo è l’obiettivo di Mario Draghi per quanto riguarda la campagna di vaccinazione di massa in Italia, con il nostro Paese che è in linea con la media dell’Unione Europea anche se la macchina sta procedendo in ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale.

La colpa è tutta dei ritardi nelle consegne da parte delle tre aziende farmaceutiche che finora hanno avuto il disco verde dall’Ema (Pfizer, Moderna e AstraZeneca), con una delle prime mosse di Draghi che sarà proprio quella di spingere per una condivisione dei brevetti per permettere così la produzione, o al limite solo l’infialamento, anche in Italia dei sieri al fine di aumentare sensibilmente la disponibilità.

L’altro campo dove Mario Draghi vorrebbe un cambio di passo è quello dei luoghi della somministrazione del vaccino, con caserme e parcheggi degli ospedali che saranno utilizzati allo scopo, mentre a breve dovrebbe arrivare l’accordo con i medici di base che così svolgeranno un ruolo di primo piano nella campagna.

Vaccini: il piano di Draghi

Se consideriamo la platea dei 49 milioni di italiani da vaccinare, tutta la popolazione maggiorenne, per arrivare a 25 milioni di somministrazioni entro la fine di luglio si dovrà accelerare.

Al momento infatti in Italia sono state vaccinate 3,2 milioni di persone: per raggiungere l’obiettivo del 60% dei cittadini immunizzati entro la fine dell’estate, si dovrà procedere al tirmo di 300.000 iniezioni al giorno.

Nel suo discorso al Senato in occasione del voto di fiducia, Mario Draghi ha fatto capire come il raggiungimento al più presto dell’immunità di gregge è la conditio sine qua non per ogni progetto di ripresa economica e sociale.

Il grande problema da risolvere è però quello dell’approvvigionamento. I primi passi da Presidente del Consiglio l’ex governatore così li muoverà dialogando con Ursula von der Leyen e gli altri leader europei.

Draghi infatti starebbe cercando sponde importanti nell’UE per convincere le case farmaceutiche a condividere i loro brevetti, permettendo così se non la produzione almeno l’infialamento nei singoli Paesi. A riguardo, in Italia sarebbero già pronti dei siti in Toscana e nel Lazio pronti a riconvertire la loro produzione.

Dalle caserme ai medici di base

Grandi aspettative ci sono poi per il vaccino di Johnson&Johnson che, dopo aver richiesto l’autorizzazione all’Ema, il prossimo 11 marzo dovrebbe ricevere il via libera per la sua distribuzione nell’UE.

In Italia così potrebbero arrivare già entro giugno oltre 7 milioni di vaccini di Johnson&Johnson che, essendo monodose e non necessitando di temperature polari per la conservazione, dovrebbero essere consegnati ai medici di base che così scenderebbero in campo al fine di accelerare i tempi.

Per arrivare a vaccinare 300.000 italiani al giorno, Mario Draghi vorrebbe utilizzare caserme e parcheggi degli ospedali, usufruendo magari anche degli attuali centri che effettuano i tamponi.

La partita più delicata sarà però quella che si giocherà a Bruxelles: l’Italia dovrà essere senza dubbio preparata per questa vaccinazione di massa, ma senza un numero sufficiente di vaccini tutto sarà vano.

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