Draghi, BCE: la disoccupazione nell’Eurozona minaccia l’unione monetaria

Flavia Provenzani

25 Maggio 2015 - 09:38

Al Forum della BCE in Portogallo, il presidente della BCE Mario Draghi sottolinea quanto sia inaccettabile un livello così alto di disoccupazione nell’area Euro e delle enormi divergenze tra gli Stati membri, che minacciano la salute dell’unione monetaria.

Draghi, BCE: la disoccupazione nell’Eurozona minaccia l’unione monetaria

Gli alti tassi di disoccupazione in Europa rappresentano una grave minaccia per la salute dell’economica della regione nel lungo termine, come hanno riferito i membri della banche centrali e gli economisti durante il Forum della BCE nel finesettimana a Sintra, Portogallo.

Detto questo, però, non sono state offerte delle valutazioni specifiche sulle misure migliori da adottare riguardo il grave problema europeo sulla disoccupazione.

Il Forum sul tema occupazione e inflazione della BCE, il secondo incontro annuale tenutosi nella località turistica di Sintra sulla costa occidentale del Portogallo, ha riunito i banchieri centrali ed economisti provenienti da Europa, Stati Uniti e Asia per esaminare le cause profonde dell’alta disoccupazione e della persistente debolezza dell’inflazione in Europa.

I partecipanti si sono soffermati molto sul concetto economico noto come "isteresi", una riduzione della produzione economica causata da una crescita debole che dà luogo a una disoccupazione di lunga durata.

I rimedi a tali problemi, tuttavia, si trovano in parte in carico ai funzionari della politica fiscale e ai banchieri privati.
Alla conferenza vi è stata una notevole mancanza dei rappresentanti dei ministeri delle finanze e delle imprese.

Ma il presidente della BCE Mario Draghi ha riferito che la posta in gioco è troppo alta perché banchieri centrali possano tacere, in particolare nell’Eurozona, in cui i paesi profondamente diversi, dalla potente Germania alla devastata Grecia, impostano le proprie politiche economiche e di bilancio, condividendo al contempo un’unica moneta e la stessa politica monetaria.

"In un’unione monetaria non ci si può permettere di avere delle così grandi e crescenti divergenze strutturali tra i vari Paesi",

ha detto Draghi.

"Tendono a diventare esplosive, pertanto possono minacciare l’esistenza dell’unione monetaria."

L’area Euro è la seconda economia più grande del mondo dopo gli Stati Uniti, ma negli ultimi anni è emersa come uno dei principali focolai della crisi dell’economia globale, dopo aver lottato attraverso un paio di recessioni dal 2009 che hanno spinto il tasso di disoccupazione del blocco a segnare cifra doppia. La regione ha iniziato a recuperare, ma il danno è provocato da enormi lacune in termini di disoccupazione in tutta la zona euro.

"La disoccupazione in Europa, in particolare la disoccupazione giovanile, non è solo insopportabilmente alta. E’ anche insopportabilmente diversa tra i vari Paesi appartenenti ad un’unione economica e monetaria,"

ha detto Tito Boeri, presidente dell’INPS.

La BCE ha finalmente fornito la sua risposta alla stagnazione economica e all’inflazione troppo bassa a marzo con il lancio di un piano di quantitative easing da 1,1 trilione di euro, dopo che simili politiche sono state seguite anni fa da Stati Uniti, Regno Unito e Giappone.

Ma un mercato del lavoro flessibile e la produzione dovrebbero volgere un ruolo fondamentale affinché si riesca ad incanalare l’allentamento della politica monetaria in nuove attività.

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