Forex, dollaro: continua la debolezza del dollaro USA nonostante le buone indicazioni provenienti dai verbali FOMC. L’effetto del Trump trade si è esaurito?
Persiste la debolezza del dollaro americano dopo i verbali FOMC. Dov’è finito il “Trump trade”?
L’indice del dollaro USA resta stabile ancorato al minimo di sei mesi e mezzo toccato martedì. A nulla sono servite le indicazioni pervenute dai verbali del FOMC, che hanno incrementato le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel prossimo meeting di giugno ed il tono più “hawkish” di alcuni esponenti del board.
Le recenti crisi politiche che hanno colpito l’amministrazione Trump hanno causato un netto declino dei rendimenti a stelle e strisce e cancellato tutti i guadagni che il dollaro USA era riuscito ad accumulare dopo l’elezione di Trump alla Casa Bianca.
Il cosiddetto Trump trade ha subito una pesante battuta d’arresto ed il pensiero prevalente degli analisti è che il suo effetto positivo sul mercato azionario americano, sui rendimenti dei Treasury ed in particolare sul dollaro USA si stia progressivamente esaurendo.
Sarà davvero così? Analizziamo la situazione dal punto di vista dell’andamento del dollaro americano.
Forex, dollaro debole: verbali FOMC ed inflazione
Stando a quanto emerso dai verbali della riunione del 2 e 3 maggio del FOMC un aumento dei tassi di interesse è “appropriato a breve”.
Gli analisti stimano adesso una probabilità dell’80% di un ritocco al rialzo dei tassi da parte della Fed nella prossima riunione di politica monetaria in programma a giugno.
Tuttavia la reazione del dollaro americano non è stata quella che ci aspettava in quanto sembra che il mercato abbia continuato a non dare peso allo scenario di aumento dei tassi. Il motivo è da ricercare nella lenta crescita dell’inflazione che molti membri del board hanno segnalato come causa di incertezza per la decisione sui tassi.
Negli USA gli ultimi dati sull’inflazione hanno segnalato un netto rallentamento e questa situazione non va certamente a favore di un dollaro forte in quanto le minori pressioni sui prezzi influiscono sulle prospettive di aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. L’idea prevalente è che se l’inflazione dell’economia americana non mostrerà chiari segni di ripresa probabilmente la strategia di aumento dei tassi della Fed subirà un rallentamento.
Forex, dollaro debole: l’effetto del Trump trade è finito?
Il Trump trade, ossia il rialzo simultaneo del mercato azionario americano, dei rendimenti dei titoli di stato USA e del dollaro, seguito all’elezione di Donald Trump sembra perdere colpi.
Il dollaro americano si è rimangiato tutto il terreno guadagnato in seguito alla vittoria di Trump riportandosi sui livelli minimi da settembre 2016 e non riesce a recuperare nonostante le prospettive di aumento dei tassi USA siano migliorate.
L’entusiamo e le aspettative degli investitori sulla forza del dollaro americano che si sarebbe dovuta consolidare si basavano soprattutto sulla prospettiva che le politiche economiche della nuova amministrazione USA sul fronte degli investimenti e dei tagli fiscali avessero un effetto positivo sull’economia a stelle e strisce. Tuttavia, queste aspettative e l’entusiasmo degli investitori si sono andati via via ridimensionando dopo i 100 giorni della presidenza di Trump alla Casa Bianca.
Da allora sono infatti emerse numerose incognite sulla fattibilità di tali riforme e soprattutto sui tempi di realizzazione. Da ultime, le notizie giunte dal fronte politico riguardanti il presidente Trump, il quale avrebbe rivelato informazioni altamente riservate al ministro degli esteri russo e al suo ambasciatore. Per questo motivo diversi politologi americani sono stati persino indotti a parlare a impeachment.
Risulta evidente che il dollaro americano abbia risentito fortemente di questi eventi e di tutte le preoccupazioni che incombono sul futuro dell’economia americana.
Sarebbe la confluenza di queste vicissitudini a ridurre le aspettative del mercato sulla possibilità che il Trump trade possa continuare a manifestare effetti positivi nel lungo periodo; inoltre, i dati macro non esaltanti sull’economia americana hanno contribuito a deteriorare ulteriormente il sentiment sul dollaro.
Nonostante questi eventi il processo di normalizzazione dei tassi Fed, seppur lento e minato da numerose incognite, è destinato a proseguire e questo potrebbe ancora ridare slancio al dollaro USA.
Tuttavia, salvo mutamenti rilevanti nello scenario macro e geopolitico, la situazione del dollaro più debole potrebbe perdurare ancora nel breve/medio periodo.
Di questo sarà contento lo stesso Trump, che ha sempre manifestato riluttanza nei confronti di un dollaro forte, che a suo avviso era addirittura sopravvalutato dal mercato.
Forex, dollaro debole: l’andamento del dollar index
L’indice del dollaro USA mostra una dinamica decrescente come si evince osservando il grafico sotto riportato.
Martedì sono stati raggiunti i livelli precedenti all’elezione di Trump con un declino del 5,5% dall’ultimo massimo registrato dopo le elezioni ed il rischio caduta non è ancora scongiurato.
L’affievolirsi del Trump trade e le incertezze sulle prospettive di aumento dell’inflazione negli Stati Uniti possono ancora giocare un ruolo determinante sulla debolezza del dollaro americano.
Osservando il grafico balza subito all’occhio l’importante livello di supporto a quota 96,93. La rottura di questo livello potrebbe infatti aprire la strada ad ulteriori ribassi.
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