Dividendi Piazza Affari: i maxi rendimenti dei titoli del FTSE Mib, cedole oltre il 10%

Alessio Trappolini

29/03/2018

29/03/2018 - 17:16

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Fra aprile e maggio Piazza Affari restituirà agli investitori circa 20 miliardi, con un rendimento medio dei dividendi fra i più alti in Europa. Ecco le società del FTSE Mib più generose con i propri azionisti

Dividendi Piazza Affari: i maxi rendimenti dei titoli del FTSE Mib, cedole oltre il 10%

Con la settimana che si chiude sabato termina il primo trimestre dell’anno. Tutte le 40 società del FTSE Mib hanno comunicato i propri risultati economici e patrimoniali relativi all’esercizio 2017 e soprattutto quanto distribuiranno come dividendo ai propri azionisti.

Il 2017 è stato l’anno del riscatto per Piazza Affari. Dopo un biennio difficile per il mercato azionario tricolore, gli utili delle aziende quotate sono tornati a correre e i titoli in Borsa hanno risposto alla grande con performance che solamente in rari casi non hanno toccato la doppia cifra.

In questo quadro l’indice FTSE Mib ha chiuso l’anno passato con un guadagno del 13,6%, il migliore d’Europa e uno fra i migliori a livello globale. Ma non solo. Nel 2017 gli utili delle aziende italiane sono tornati sui livelli pre-crisi e in alcuni casi anche oltre.

Di conseguenza è aumentata la capacità di remunerare gli investitori: alle attuali quotazioni il dividend yield, ossia il rendimento del dividendo calcolato sul prezzo di mercato dell’azione, del FTSE Mib si aggira intorno al 3,8%, uno fra i più elevati d’Europa. Per trovare un rendimento almeno simile nel comparto del debito sovrano tricolore bisogna investire su una scadenza estremamente lunga, ossia sul titolo di Stato a 50 anni.

Le blue chip del Belpaese che a partire da aprile distribuiranno una cedola superiore al rendimento del BTP a dieci anni sono almeno 18. Un ottimo risultato visto e considerato che la brillante performance borsistica dei titoli nel 2017 aveva eroso il dividend yield del mercato italiano.

Nel dettaglio mostrato nella tabella in pagina si possono osservare i 5 titoli più “generosi” e i 5 meno “generosi” in termini di distribuzione di cedole ai propri azionisti.

In cima al listino troviamo Azimut Holding, società capace di far ritornare in tasca dei propri azionisti più dell’11% dell’attuale valore di Borsa. La società di gestione del risparmio nel 2018 distribuirà ai propri investitori una cedola raddoppiata rispetto all’esercizio precedente, da 1 euro a 2 euro. Per la società piemontese la data del prossimo stacco cedola è il 21 maggio, con il pagamento del dividendo che avverrà il 23 maggio.

Il 2018 vede anche il gradito ritorno al dividendo di Unicredit. Dopo la cura imposta dal Ceo francese Jean Pierre Mustier, l’istituto di Piazza Gae Aulenti quest’anno distribuirà 0,9 euro per ogni azione, pari ad un rendimento dell’1,9% che sostanzialmente eguaglia quanto restituito da un investimento decennale sul debito italiano.

Interessante notare la divergenza di rendimento fra i due principali istituti di credito italiani. Se UniCredit assicura ai propri investitori un rendimento simile a quello del BTp a dieci anni, Intesa Sanpaolo permette ai suoi azionisti di ottenere un ritorno da dividendo del 6,9%.

L’istituto di Ca de Sass ha aumentato la cedola rispetto allo scorso anno, portandola a 0,203 euro da 0,178 euro pagati nel 2017 a valere sull’esercizio 2016 (nel dettaglio, 0,098 euro/azione via cash e 0,08 euro/azione sottoforma di azioni proprie). La cedola 2018 di Intesa Sanpaolo e le attuali quotazioni di Borsa collocano la banca guidata da Carlo Messina sul podio del FTSE Mib tra le società più generose del paniere principale di Borsa Italiana.

Fra le società più “avare” figurano Campari, Moncler e STM. La prima ha messo in conto un dividendo di 0,05 euro per azione, con un dividend yield di circa lo 0,8%, sostanzialmente in linea con un BTP con scadenza 5 anni.

Come ampiamente scontato dal mercato, FCA e Telecom Italia anche quest’anno non staccheranno la cedola agli azionisti. Le altre big di Piazza Affari che non distribuiranno dividendi nel 2018 sono Pirelli, Banco BPM e Saipem. La società controllata da Eni è dal 2013 che non riconosce cedole ai soci.

Dividendi: il tema degli acconti

Da non sottovalutare il tema degli acconti. Negli ultimi anni diverse società del FTSE Mib hanno deciso di pagare parte del dividendo in anticipo. Così è stato per i dividendi 2018, in parte già pagati nell’ultimo quadrimestre 2017 o in questo primo scorcio del 2018.

ENI, ad esempio, a settembre 2017 ha deliberato di attribuire agli azionisti un acconto sul dividendo 2018 per un ammontare di 0,4 euro per azione su un totale di 80 centesimi che verranno distribuiti complessivamente. Gli azionisti di Enel, invece, si sono visti assegnare ad inizio gennaio un acconto sulla cedola 2018 di 0,105 euro. Il prossimo 23 luglio, data dello stacco del dividendo, i soci incasseranno i restanti 0,132 euro per ogni azione ordinaria posseduta.

Fra le altre big di Piazza Affari che hanno già assegnato un acconto sul dividendo 2018 ai propri investitori vi sono Atlantia (novembre 2017, acconto pari a 0,57 euro/azione), Recordati (a novembre a distribuito un anticipo di 0,42 euro), Tenaris (0,13 dollari a novembre), Terna (0,074 euro a novembre) e Snam (0,0862 euro a gennaio).

Più articolato il discorso di STM che come di consueto distribuisce ai propri azionisti dividendi trimestrali. Lo scorso 21 marzo la società italo-francese ha già pagato la prima tranche da 0,06 dollari per azione del dividendo complessivo da 0,24 dollari che verrà distribuito ai soci nel corso del 2018. Per gli azionisti i prossimi pagamenti avverranno a giugno, settembre e dicembre.

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