Mervin King, ex governatore della Banca d’Inghilterra, è sicuro che presto scoppierà una nuova crisi finanziaria mondiale.
Una nuova crisi finanziaria mondiale è inevitabile ed è vicina. A dirlo è Mervin King, uno dei più importanti banchieri del mondo nonché ex governatore della Banca d’Inghilterra. Nel suo nuovo libro, di cui il Telegraph ha pubblicato alcuni estratti, King spiega perché il sistema finanziario globale vivrà presto un’altra crisi e cosa possono fare le banche centrali per impedire un nuovo crack.
L’ex governatore della Banca d’Inghilterra ha detto che i governi di tutto il mondo devono “avere il coraggio di mettere in atto riforme audaci perché il sistema economico globale torni ad essere sicuro”.
Dagli estratti del nuovo libro di King pubblicato sul Telegraph possiamo leggere:
“Un’altra crisi è inevitabile e il fallimento nel contrastare gli squilibri dell’economia mondiale fa sembrare probabile che la crisi arriverà più prima che poi”.
King è stato governatore della Banca d’Inghilterra per 10 anni, dal 2003 al 2013, e ha gestito il bailout governativo di Royal Bank of Scotland e Lloyd Bank all’alba della crisi finanziaria del 2008.
Nonostante sia stato un soggetto attivo nella politica delle banche centrali negli anni post-crisi, King accusa i governi e i banchieri di non aver affrontato in modo sistematico le cause del crollo del 2008, e di essersi concentrati solo sui sintomi.
Le banche centrali sono state troppo ansiose di considerare la liquidità come il problema e la soluzione della crisi finanziaria dal 2008, mentre il vero problema era di solvibilità.
Ecco le parole di King al Telegraph:
Affrontare i sintomi immediati di una crisi adottando soluzioni a breve termine per mantenere la fiducia dei mercati - di solito gettando loro grandi quantità di denaro - non fa che perpetuare gli squilibri di fondo.
Quasi ogni crisi finanziaria inizia con la convinzione che dare maggiore liquidità sia la risposta, per poi scoprire che il problema vero e proprio è di solvibilità.
Tra cinquant’anni i nostri nipoti ci chiederanno perché non abbiamo avuto il coraggio di mettere in atto le riforme che avrebbero potuto evitare una nuova crisi? Spero di no.
Gli eventi stimolano le idee, e l’esperienza della crisi sta spingendo gli economisti a elaborare una nuova concezione riguardo la struttura delle nostre economie. Queste idee saranno necessarie per prevalere sugli interessi personali e sul potere delle lobby.
Quali sarebbero queste “riforme audaci” reclamate da King e come sarà la crisi che viene predetta non è dato saperlo, almeno non dall’estratto del Telegraph.
In ogni caso King affronta anche le questioni Cina, mercati emergenti ed Eurozona.
Scrive:
“È difficile predire quale sarà l’epicentro del prossimo terremoto finanziario, ma è comunque improbabile che si tratterà di New York o Londra, dove le scosse di assestamento del 2008 hanno reso il sistema finanziario un po’ più robusto.
Ci sono, però, alcune economie in cui il forte squilibrio di fondo potrebbe far crollare la superficie - pensiamo ai mercati emergenti sempre più indebitati, alla zona euro con le sue faglie, all’economia cinese in grave perdita o, ancora, al Medio Oriente con le sue crescenti tensioni politiche”.
King non è certo l’unico a lanciare l’allarme. G
oldman Sachs ha, infatti, soprannominato il debito dei mercati emergenti e quello della Cina la “Terza Ondata” della crisi del 2008, e fa notare che i mercati azionari mondiali sono crollati tra i timori di inizio anno per la crescita dei tassi in Cina.
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