Crisi eurozona: come si evolverà nel 2013? L’attenta analisi della Goldman Sachs

Erika Di Dio

14 Gennaio 2013 - 16:47

Crisi eurozona: come si evolverà nel 2013? L’attenta analisi della Goldman Sachs

Poco dopo l’arrivo del nuovo anno, il team Economic Research della Goldman Sachs ha pubblicato la propria prospettiva sulla crescita dell’eurozona. Francamente, non si vede tanta speranza, almeno nella periferia. Ecco un’interessante tabella della Goldman Sachs:

Goldman Sachs prevede che entro il 2016, l’area euro potrebbe tornare a dove era nel 2011. Il team ha voluto dividere i “guai” in “problema stock” del sovraindebitamento dei paesi periferici e “problema di flusso” dei deficit in corso. Tutto ciò è ben illustrato nei grafici qui sotto:

Problema stock

Dal team di Goldman:

Il problema degli stock, come risulta dal sovraindebitamento dei paesi periferici. L’eredità di un precedente eccessivo indebitamento nella periferia dell’area euro consiste in una grossa quantità di debito insoluto. In alcuni paesi (Grecia, Italia) il debito accumulato deriva da una scarsa disciplina fiscale; in altri (Spagna, Irlanda) ha la sua origine in un eccessivo indebitamento da parte del settore privato. In entrambi i casi, le economie periferiche sono diventate sbilanciate e hanno perso competitività. E questi problemi ereditati non possono essere semplicemente ignorati: se i sovraindebitamenti, siano essi fiscali, esterni o privati, non devono pesare sulle prospettive di crescita, gli stock di debito devono essere ridotti in maniera credibile nel tempo.

Problema flusso

A seguire, il flusso:

Il problema del flusso. In alcuni casi, questi stock di debito sono accresciuti da debiti insoluti. Mentre i disavanzi delle partite correnti della periferia sulla bilancia dei pagamenti si sono ridotti in maniera significativa nel corso degli ultimi anni, permangono consistenti i deficit fiscali in diversi paesi (in particolare Spagna e Irlanda), almeno in termini primari. Inoltre, guardando avanti, per far sì che non si ripetano gli errori del passato, l’area euro ha bisogno di sviluppare un meccanismo credibile per contenere futuri squilibri fiscali e macroeconomici che si riflettono nei disavanzi pubblici ed esterni. In questo caso, creare i giusti incentivi per promuovere la necessaria disciplina fiscale e finanziaria è cosa cruciale.

Nei grafici:

Ottimismo?

Ma ora basta con il catastrofismo. Il team spera comunque che alla fine tutto si aggiusterà (prima o poi).

Continuiamo ad avere fiducia nel fatto che l’area euro si dimostrerà in grado di affrontare queste sfide e sopravviverà ai suoi attuali travagli essenzialmente intatta. La volontà politica c’è, e gli interessi economici dei partecipanti sono ben allineati. In altre parole, di fronte a qualsiasi pressione da parte dei mercati finanziari, le autorità europee faranno (secondo le parole del presidente della Bce, Mario Draghi) “il tutto per tutto” per sostenere l’euro.

Anche se francamente, quando il Belgio viene presentato come un esempio di come l’austerità e la crescita possono essere correttamente bilanciate, non si è poi così incoraggiati:

Tutto questo porta al pericolo che le economie periferiche possano essere catturate in una trappola del debito. Incapaci di ridurre il debito attraverso l’austerità e ancora incapaci di crescere a causa di sovra indebitamento, questi paesi non possono sfuggire all’onere del debito attraverso alcuna combinazione possibile di austerità e crescita, per non parlare della scelta di una piuttosto che l’altra.

Anche se ci sono esempi di paesi (il Belgio) che sono riusciti ad effettuare importanti riduzioni del debito nel passato attraverso una combinazione di austerità e crescita, tali considerazioni inevitabilmente spostano l’attenzione agli altri tre meccanismi di regolazione (inflazione, ristrutturazione del debito e mutualizzazione).

La zona euro continua ad affrontare sfide importanti. A nostro avviso, è improbabile che queste sfide saranno superate nei prossimi 12 mesi, considerando la loro grandezza e (soprattutto) il calendario elettorale in Germania e Italia. Le nostre previsioni per il 2013 quindi prendono in considerazione un continuo “cavarsela” attraverso le turbolenze dell’area, piuttosto che un raggiungimento della risoluzione convincente che ripristinerebbe la fiducia e la crescita. Come risultato, la crisi dell’Euro si evolverà da acuta a cronica.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Ft Alphaville

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