Covid, scoperta una variante supermutata in Tanzania: ecco perché spaventa

Martino Grassi

23 Aprile 2021 - 14:09

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In Tanzania è stata scoperta la variante di coronavirus più mutata rispetto al ceppo originario. Gli scienziati hanno individuato 34 mutazioni, 14 delle quali sulla proteina Spike.

Covid, scoperta una variante supermutata in Tanzania: ecco perché spaventa

Continuano a moltiplicarsi le varianti del coronavirus e in Tanzania è stata scoperta quella più mutata di tutte. Si tratta del ceppo con più differenze rispetto a quello isolato a Wuhan ormai più di un anno fa. La “supervariante” è stata individuata per la prima volta in tre viaggiatori testati in un aeroporto in Angola, dopo essere arrivati dalla Tanzania a metà febbraio.

Dall’analisi dei primi campioni è emerso che questo nuovo ceppo presenta ben 34 mutazioni rispetto al virus isolato per la prima volta in Cina di cui 14 sono situate sulla proteina Spike, utilizzata dal patogeno per infettare le cellule umane. Ed è proprio l’elevato numero di mutazioni che preoccupa maggiormente, per fare un rapido confronto basta pensare che la variante inglese ha 17 mutazioni genetiche significative di cui 8 sulla Spike, mentre quella del Sudafrica ne ha ancora meno.

Covid, scoperta una variante supermutata in Tanzania

La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università del KwaZulu-Natal a Durban, in Sud Africa; il Ministero della Salute dell’Angola; i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie; e le università di Rio de Janeiro, Oxford e Cape Town ed è stato condotto uno studio che al momento è stato pubblicato su un server di pre-stampa e dunque non ancora sottoposto a peer review.

Tulio de Oliveira, lo scienziato che ha scoperto la variante ha affermato che “se confrontata con altre varianti preoccupanti e di interesse, questa è la più divergente. Al momento comunque non si hanno ancora abbastanza informazioni per stabilire con certezza se questa nuova mutazione sia più pericolosa di quelle già in circolazione ed è anche difficile stabile quanto sia effettivamente diffusa, dal momento nell’Africa Subsahariana non vengono effettuati test e campionamenti genetici sufficienti. De Oliveria comunque ha fatto sapere che questo ceppo è potenzialmente di interesse, dato il gran numero di mutazioni che possiede.

Perché questa variante è preoccupante

Quello che al momento spaventa di più è il timore che la variante della Tanzania possa essere resistente ai vaccini e che aumenti la possibilità di reinfezioni. Al momento di sa che alcune mutazioni di questo nuovo ceppo sono comuni ad altre varianti, come ad esempio quella del Sudafrica e del Brasile, che si pensa aiutino il virus a bypassare gli attuali vaccini in circolazione.

Altre mutazioni invece sono del tutto inedite: 31 delle mutazioni riguardano un amminoacido nella sua sequenza genetica che ne ha sostituito un altro, mentre le restanti tre mutazioni riguardano la delezione di un amminoacido, ossia la sua completa scomparsa. I ricercatori hanno fatto sapere la variante della Tanzania potrebbe essere resistente “agli anticorpi neutralizzanti e potenzialmente più trasmissibile”. Sebbene siano stati rilevati solamente tre casi con questa nuova variante “è richiesta un’indagine urgente poiché il paese di origine ha un’epidemia in gran parte priva di documenti e poche misure di salute pubblica in atto per prevenire la diffusione all’interno e all’esterno del paese”.

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