Quando Cottarelli voleva i tagli sulla scuola

Simone Micocci

28 Maggio 2018 - 15:20

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha incaricato Carlo Cottarelli per formare un nuovo Governo: insegnanti e Ata temono tagli sulla scuola, ecco perché.

Quando Cottarelli voleva i tagli sulla scuola

Niente riforma della scuola, mentre Marco Bussotti ha visto svanire la sua opportunità di diventare Ministro dell’Istruzione.

Queste in sostanza sono le conseguenze che la decisione di Mattarella - il quale ricordiamo ha posto il veto sulla candidatura di Paolo Savona al Ministero dell’Economia decretando la fine del “Governo del cambiamento” - avrà per la scuola.

Le prossime ore saranno importanti per capire chi sarà il Ministro dell’Istruzione dell’Esecutivo guidato da Cottarelli, anche se in realtà questa figura resterà in carica solamente qualche mese. Come confermato dal Presidente del Consiglio incaricato, infatti, ci saranno delle nuove elezioni a settembre (se il Governo non dovesse ottenere la fiducia del Parlamento) o, al più tardi, a febbraio 2019.

Nonostante queste premesse, però, insegnanti e ATA sono preoccupati per quello che il Governo Cottarelli potrà fare per la scuola. Il nome di Cottarelli, infatti, ci riporta al 2013 quando l’esperto del Fondo monetario europeo preparò una ricetta “Salva Italia” nella quale sembra fossero previsti dei tagli al comparto Istruzione e Ricerca.

Cottarelli voleva tagliare le risorse alla scuola

Nel 2013 Carlo Cottarelli propose diversi tagli per la Pubblica Amministrazione, necessari per salvare l’Italia colpevole di non risparmiare in alcun comparto pubblico.

Quindi tra le proposte di spending review c’erano anche quelle riguardanti la scuola pubblica. Nel dettaglio sembra che Cottarelli volesse un ulteriore dimensionamento delle scuole e dell’edilizia scolastica, oltre ad una riduzione del personale inidoneo.

Un altro aspetto che sarebbe stato oggetto del taglio è quello riguardante la spesa per il sostegno degli alunni disabili.

La sua proposta suscitò non poche polemiche, se non altro per il fatto che per la scuola lo Stato italiano spendeva poco più di 4 miliardi di euro l’anno, già molto meno rispetto agli standard europei.

È pur vero che con il piano assunzioni voluto dalla Buona Scuola la spesa per il comparto Istruzione e Ricerca è aumentato a circa 6 miliardi di euro, ma siamo ancora lontani dal resto d’Europa; che senso avrebbe, quindi, tagliare ancora risorse alla scuola pubblica?

Non ci saranno tagli sulla scuola

A tal proposito dobbiamo rassicurare insegnanti, Ata e tutti gli altri impiegati nel comparto Istruzione e Ricerca, nonché tutti quegli studenti che temono che la Scuola subirà dei nuovi tagli.

Lo stesso Cottarelli, infatti, durante l’ultima campagna elettorale ha smentito di voler attuare dei tagli al comparto Istruzione. Nel dettaglio, rispondendo a Di Maio, il quale aveva dichiarato di voler attuare il piano Cottarelli per risparmiare sulla spesa pubblica con l’eccezione della parte relativa alla scuola, l’attuale Presidente del Consiglio negò tutto, dichiarando:

“Nel mio piano non c’erano tagli alla scuola o in generale alla pubblica istruzione”.

Lo stesso Cottarelli, quindi, concorda sul fatto che tra i settori della Pubblica Amministrazione da tagliare non c’è la scuola pubblica, per la quale si spende “molto poco”.

Il dubbio sul perché Cottarelli abbia smentito - con cinque anni di ritardo - i tagli sulla scuola (riportati da fonti certe) però resterà probabilmente senza risposta.

Tuttavia, ciò che ci interessa al momento non è tanto quello che Cottarelli voleva fare, ma quello che farà; al momento quindi ci basta sapere che la scuola non sarà al centro del programma del nuovo Governo e che di conseguenza non sono previsti tagli all’orizzonte.

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