Cosa succede se non pago le tasse?

Patrizia Del Pidio

5 Gennaio 2024 - 08:16

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Ogni cittadino è tenuto a pagare le tasse, vediamo cosa accade a chi si macchia di evasione fiscale e chi rischia il carcere.

Cosa succede se non pago le tasse?

Cosa succede se non pago le tasse? Una domanda che potrebbero porsi molti contribuenti vessati da Fisco e dalle troppe imposte e balzelli che il nostro Paese pretende. Partiamo dal presupposto che tutti devono pagare le tasse, anche se a malincuore, anche se non piace farlo. Tasse e imposte, fatti, sono un obbligo che tutti i contribuenti devono assolvere se hanno redditi o patrimoni (ad esempio bambini e nullatenenti non sono tenuti all’obbligo).

Se non si pagano le tasse si corre qualche rischio? Prima di rispondere a questa domanda è doverosa una premessa per spiegare che differenza c’è tra tasse e imposte, perché anche se erroneamente si pensa si riferiscano alla stessa cosa, si tratta di due tipi di pagamenti differenti.

Le tasse servono a finanziare un servizio chiaramente identificabile, come ad esempio la raccolta dei rifiuti per la quale si paga la TARI (appunto, la tassa sui rifiuti). Quando si occupa il suolo pubblico si paga la TOSAP che è la Tassa sull’occupazione di suolo pubblico. Anche il Ticket Sanitario è una tassa che si paga per un servizio specifico, ovvero una prestazione sanitaria compresa nei livelli di assistenza essenziali.

A differenza delle tasse, invece, le imposte si pagano per servizi generali che lo Stato offre ai cittadini nella generalità. Vanno pagate a prescindere se si usufruisce o meno degli stessi servizi (non si può dire, ad esempio, io sto sempre bene e non ho mai bisogno del dottore e degli ospedali, quindi non pago le imposte). L’IVA, ad esempio, è un’imposta (sul valore aggiunto) così come è un’imposta anche l’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche).

Generalmente quando si parla di tasse e di evasione fiscale, in ogni caso, ci si riferisce indistintamente sia alle tasse che alle imposte visto che partecipano entrambe a generare la pressione fiscale in Italia che, come tutti ben sappiamo, è molto pesante per i cittadini.

Detto questo cerchiamo di rispondere alla nostra domanda iniziale: cosa succede se non pago le tasse? La risposta non è così scontata come si potrebbe pensare perché le conseguenze dipendono dalla tipologia di tassa o imposta che si evade ma anche dall’ammontare del debito che il cittadino accumula nei confronti dello Stato. Proprio per questo motivo occorre fare un po’ di chiarezza.

Quando si parla di evasione fiscale?

Quando non si pagano le tasse si è colpevoli di evasione fiscale. Si tratta di quel comportamento che si verifica nel caso in cui il cittadino che deve pagare una tassa o un’imposta si sottrae al suo dovere, sia parzialmente che integralmente. Va sottolineato che in alcuni casi scatta anche il reato penale e si può rischiare anche la reclusione per evasione fiscale.

Si configura l’evasione fiscale quando il comportamento del contribuente è di tipo doloso, ossia quando il danno viene arrecato intenzionalmente. Tuttavia anche il comportamento colposo può portare all’accusa di evasione fiscale: ricordiamo infatti che “ignorantia legis non excusat” e di conseguenza il cittadino non può giustificare il mancato pagamento di una tassa con la non conoscenza della stessa.

Chi non paga le tasse, e quindi è un evasore fiscale, commette generalmente un illecito tributario e di conseguenza sarà soggetto a delle sanzioni amministrative. Ci sono dei casi però in cui l’illecito tributario non integra solamente gli estremi dell’illecito amministrativo, ma anche di quello penale; per questo motivo chi non paga le tasse - a seconda dei casi - può andare anche in carcere.

Quando l’evasione fiscale è reato

È evidente che non tutti gli illeciti tributari hanno la stessa gravità. Solo alcuni di questi, infatti, sono considerati reati e ciò dipende da diversi fattori.

Per capire quando chi non paga le tasse commette un reato dobbiamo fare riferimento al decreto legislativo 74/2000, modificato sia nel 2011 (con il decreto n°138) che nel 2015 (decreto n°158).

Commette reato ad esempio chi per non pagare le tasse effettua una dichiarazione dei redditi - o IVA - fraudolenta, indicando degli elementi passivi fittizi, alternando le scritture contabili, aumentando le detrazioni o le deduzioni spettanti per annullare l’imposta. Ma questi sono solo alcuni degli esempi di una dichiarazione fraudolenta perché si possono anche omettere redditi percepiti in tutto o in parte.

Per esserci reato, però, è necessario che sussistano determinate condizioni: ad esempio, l’imposta non pagata deve essere almeno superiore ai 30mila euro, mentre i redditi non dichiarati devono superare o il 5% del totale o l’importo di 1,5 milioni di euro.

Solo quando sussistono entrambi i criteri l’evasore può essere condannato per dichiarazione fraudolenta, punita con la reclusione (per un periodo che va da 1 anno a 6 mesi a 6 anni).

Un’altra fattispecie di evasione fiscale che si configura come reato è quella di chi effettua una dichiarazione infedele. Questo reato sussiste al di fuori dei due casi elencati in precedenza (dichiarazione dei redditi e IVA) ma solo quando l’imposta non pagata è superiore ai 150mila e il reddito non dichiarato supera il 10% del totale (o anche i 3 milioni di euro).

In questo caso la sanzione prevista è sempre la reclusione, per un periodo che va da 1 a 3 anni.

Anche chi non presenta la dichiarazione dei redditi - o IVA - entro i 90 giorni dalla scadenza (ma solo se l’imposta evasa è superiore ai 50mila euro, 250 mila per l’omesso versamento dell’IVA) commette un reato - dichiarazione omessa - punito con la reclusione da 1 a 3 anni.

È possibile inoltre che per pagare meno tasse un contribuente si metta d’accordo con terzi per l’emissione di fatture false. In tal caso il reato sussiste indipendentemente dall’importo dell’evasione ed è sanzionato con il carcere (da 1 anno a 6 mesi a 6 anni).

Infine, è previsto il carcere - reclusione da 6 mesi a 5 anni - per coloro che distruggono o occultano scritture contabili per le quali la legge stabilisce la conservazione.

Non solo dichiarazione dei redditi, si possono evadere anche altre tasse

Fino a ora abbiamo parlato di dichiarazione dei redditi, scritture contabili, e dichiarazione Iva, che sono imposte che possono essere alterate.

Va ricordato, però, che ci si macchia di evasione fiscale anche solo non pagando il canone Rai, ad esempio, perché si tratta sempre di soldi non versati allo Stato. Un evasore fiscale è anche chi non versa il bollo auto o non paga l’Imu o la Tari. Si tratta di tasse e imposte dovute a prescindere dal reddito, ma che vanno in ogni caso pagate per non incorrere in avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Le tasse e le imposta in Italia sono moltissime e di molte i contribuenti non conoscono neanche l’esistenza.

Se l’evasione non è reato cosa si rischia?

Al di sotto delle soglie indicate per rientrare nel reato penale, quindi, l’evasione fiscale non è reato. Tuttavia si tratta comunque di un illecito tributario che presenta gli estremi dell’illecito amministrativo e come tale va sanzionato. Ma in questo caso, almeno, non si rischia il carcere.

Le conseguenze dipendono dalla tipologia della tassa non pagata: generalmente comunque il cittadino riceve la cartella di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate di Riscossione e dovrà pagare una sanzione sull’imposta dovuta.

In caso di mancato pagamento verrà avviata la procedura per l’esecuzione forzata, ossia il soddisfacimento, che verrà attuato in modo coatto, del diritto del creditore - in questo caso lo Stato - nei confronti del debitore. Non pagando le tasse, quindi, c’è il rischio di un pignoramento dei beni, mentre a seconda dei casi sono previste delle ulteriori misure cautelari come l’ipoteca o il fermo amministrativo dell’auto.

Non pagare le tasse quindi comporta sempre una sanzione, che può essere più o meno severa a seconda dei casi. Ecco perché l’unico modo per mettersi al sicuro da un eventuale controllo dell’Agenzia delle Entrate o da un blitz della Guardia di Finanza è quello di assolvere tutti gli adempimenti fiscali previsti dallo Stato.

Per chi non ha pagato ci sono soluzioni

Quando un contribuente ha omesso versamenti o effettuato versamenti inferiori al dovuto può regolarizzare la propria posizione senza attendere l’avviso di accertamento tramite il ravvedimento operoso.
In questo caso dovrà versare spontaneamente:

  • l’imposta dovuta e non versata (o la differenza tra quanto versato e quanto realmente dovuto);
  • gli interessi calcolati dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato e il giorno in cui si effettua;
  • la sanzione in misura ridotta.

Cosa succede se non si pagano le tasse?

Per rispondere alla nostra domanda iniziale, però, non basta dire che si può incorrere nel reato penale o nell’illecito amministrativo. Così come non basta dire che ci sono pesanti sanzioni. Cosa accade nel concreto quando non si pagano le tasse?

Ad agire è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, deputata a riscuotere quanto dovuto dagli enti creditori. Anche se è vero che nella maggior parte dei casi chi non paga le tasse lo fa perché non ha disponibilità economica o ha dimenticato la scadenza (anche se c’è chi non paga volutamente). Non pagando si ha un debito con l’Erario e interviene l’Agenzia delle Entrate Riscossione inviando un avviso bonario, ovvero una comunicazione che intima al pagamento delle somme dovute.

Al mancato pagamento dell’avviso bonario non ci sono conseguenze, ma se non si paga entro il tempo indicato in esso e il contribuente non regolarizza la propria situazione debitoria “bonariamente”, si procede con l’invio delle cartelle esattoriali. Se con l’avviso bonario le sanzioni erano al 10%, con la cartella esattoriale salgono al 30% a cui si aggiungono anche gli oneri di riscossione e gli interessi per il ritardo nel pagamento.

Portare l’agente di riscossione a emettere una cartella esattoriale, quindi, significa sempre dover saldare il proprio debito, ma pagando di più e rischiando, in caso di mancato versamento, anche le azioni esecutive che vanno dal pignoramento al fermo amministrativo.

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