Coronavirus, chi vuole lo stop al calcio? Pro e contro del blocco dei campionati

Alessandro Cipolla

09/03/2020

12/04/2021 - 16:22

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Martedì il consiglio deferale straordinario della FIGC deciderà sullo stop o meno dei campionati: chi è favorevole alla serratata, chi è contrario e cosa potrebbe comportare il blocco del pallone in Italia.

Coronavirus, chi vuole lo stop al calcio? Pro e contro del blocco dei campionati

Il destino del calcio italiano travolto anch’esso dal ciclone coronavirus appare essere un’autentica sciarada. L’unica cosa certa è che domani, in occasione del consiglio federale straordinario della FIGC, si dovrà prendere una decisione definitiva.

Impossibile però al momento ipotizzare il possibile esito del vertice visto che l’incredibile intreccio di interessi in ballo: non solo il destino dei nostri campionati, ma anche quello delle Coppe europee e degli Europei senza contare le esigenze di TV e sponsor.

Il governo all’interno di uno dei suoi recenti decreti ha stabilito che, anche nelle zone rosse, si possano disputare le partite fino al 3 aprile a patto che queste siano rigorosamente a porte chiuse come avvenuto nell’ultimo fine settimana.

Vista l’aggravarsi della situazione, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora nella giornata di domenica ha invocato uno stop della Serie A mentre, il giorno prima, era stato il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi a giudicare “irresponsabile” lo scendere in campo.

Alla fine la Lega ha comunque optato per far disputare i match, ma adesso dovrà essere presa una decisione definitiva anche alla luce degli imminenti impegni europei di Atalanta, Roma, Inter e Juventus.

Serie A, i favorevoli e i contrari allo stop

Martedì la FIGC potrebbe decidere di sospendere i campionati di calcio in Italia fino al 3 aprile. A chiederlo sono i ministri Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora, Damiano Tommasi del sindacato dei calciatori e anche diversi atleti come Mario Balotelli che si sono esposti in tal senso.

Chi invece vorrebbe evitare una serrata è la Lega di Serie A, così come anche le emeittenti che detengono i diritti televisivi di certo non farebbero i salti di gioia di fronte a un blocco. Il rischio infatti è che si possa poi procedere con una sospensione definitiva se l’emergenza non dovesse rientrare nelle prossime settimane.

Divisi invece i tifosi tra chi comprende il bisogno di fermare comunque le partite nonostante le porte chiuse e chi, tra cui pure gli immancabili e deprecabili leoni da tastiera che se la sono presa sui social con Tommasi, vorrebbe almeno poter godere dello svago del calcio in un momento così difficile.

Questa situazione potrebbe essere risolta dall’intervento del governo, ma oltre all’invito del ministro Spadafora a uno stop appare difficile che possa essere proprio Palazzo Chigi a fermare tutto imponendo la serrata.

Saranno dunque i vertici del pallone nostrano a dover prendere una decisione, confidando magari anche in una mano della Uefa che potrebbe decidere di posticipare gli Europei in programma a giugno rendendo molto più facili le cose.

Le problematiche

Fermare i campionati fino al 3 aprile alla luce della situazione coronavirus nel Paese, in questo momento sembrerebbe essere la cosa più sensata. Basti pensare alla Pianese con quattro giocatori positivi e la Reggiana con uno.

La decisione però non è così semplice. Vietare che vengano disputate partite in Italia vorrebbe dire che Atalanta, Juventus, Roma e Inter dovranno cercare un campo all’estero che possa ospitare i loro incontri di Champions ed Europa League.

Il problema maggiore però è quello relativo al calendario, visto che sarebbe praticamente impossibile recuperare le giornate non disputate considerando che dal 1 giugno partiranno i ritiri delle Nazionali impegnate nell’Europeo itinerante.

Ecco dunque che la speranza è che la Uefa decida di posticipare l’Europeo di qualche settimana, o addirittura al 2021, per permettere così che in Italia, ma probabilmente anche in Germania e Regno Unito, dove stanno aumentando i contagi si possano finire i campionati a giugno.

Il pressing sulla Uefa è alto ma anche qui la decisione non è semplice. Il sentore è chealla fine martedì la FIGC dovrà imboccare una strada senza avere la certezza di eventuali mani tese provenienti dall’Europa.

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