Cina, 21 milioni di utenti “spariti nel nulla”: più morti di quelli ufficiali?

Fiammetta Rubini

24 Marzo 2020 - 13:40

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I dati ufficiali dei morti per coronavirus in Cina mentono? Il mistero dei 21 milioni di cellulari spenti negli ultimi 3 mesi solleva nuovi dubbi sul vero bilancio delle vittime.

Cina, 21 milioni di utenti “spariti nel nulla”: più morti di quelli ufficiali?

Il numero dei morti per coronavirus in Cina potrebbe essere molto più alto di quello riportato dai dati ufficiali. Della probabilità che le autorità cinesi abbiano mentito sul bilancio delle vittime di COVID-19 ne avevamo parlato in questo articolo già a fine gennaio. Adesso, però, la notizia della chiusura di ben 21 milioni di conti telefonici nel Paese fa aumentare i sospetti.

In Cina il coronavirus ha fatto più morti di quelli annunciati?

Coronavirus: il mistero dei 21 milioni di cellulari spenti in Cina

Il partito di Xi Jinping, che in Cina ha il controllo totale dell’informazione e dei media, afferma che nel Paese il virus ha infettato 81.093 persone e ne ha uccise 3.270. Tuttavia sono trapelati documenti che mettono in dubbio queste cifre, apportando un dato molto interessante: negli ultimi 3 mesi si è avuto un calo di 21 milioni di utenti cellulari. Ad annunciarlo sono state le autorità di Pechino il 19 marzo.

Dove sono finiti questi utenti? Questo dato ha a che fare con i decessi?

Un articolo apparso qualche giorno dopo sulla testata The Epoch Times ha cercato di approfondito la questione. Secondo la fonte, i decessi dovuti al virus potrebbero aver contribuito all’alto numero di chiusure di account.

In Cina gli smartphone sono un oggetto essenziale alla vita quotidiana. Qui il livello di digitalizzazione è molto alto: le persone non possono sopravvivere senza un cellulare, ha detto Tang Jingyuan, un commentatore degli affari cinesi con sede negli Stati Uniti, alla testata. Dalle pensioni alla previdenza sociale, dallo shopping all’acquisto di biglietti del treno, i cinesi fanno tutto tramite cellulare. Il regime, inoltre, “richiede a tutti i cinesi di utilizzare il telefono per generare il codice sanitario, e solo con un codice sanitario verde (che indica che non è infetta) possono spostarsi in Cina ora. È quindi impossibile che una persona disattivi il cellulare”, ha detto.

Pechino ha lanciato i codici sanitari su smartphone il 10 marzo come strumento utile per prevenire la diffusione del coronavirus nel Paese. Tutti i residenti in Cina devono installare un’app e registrare le proprie informazioni sanitarie personali; l’app genera un codice QR che può essere rosso, giallo o verde, per indicare la presenza certa, probabile o l’assenza di infezione.

Più morti di quelli annunciati: la Cina nasconde i veri numeri?

Il 19 marzo il MIIT (Ministero cinese dell’industria e della tecnologia) ha pubblicato i dati del numero di utenti telefonici in ciascuna provincia relativi al mese di febbraio. Rispetto all’ultimo annuncio fatto a dicembre si è registrato un drastico calo di utenze sia fisse che mobile.

Nel dettaglio il numero di utenti di telefoni cellulari è diminuito da 1.600957 miliardi a 1.579927 miliardi, con un calo di 21,03 milioni. Le utenze di telefonia fissa sono diminuite da 190,83 milioni a 189,99 milioni, con un calo di 840.000.

Nello stesso periodo dell’anno precedente c’era stato un aumento di oltre 6.600 milioni.

Stando a quanto riportato dai principali gestori telefonici cinesi (China Mobile, China Telecom e China Unicom), tutti e tre hanno accusato grosse perdite nel 2020.

Se il calo delle utenze fisse può essere dovuto alla chiusura delle imprese a causa della quarantena, per quello dei cellulari la spiegazione non è così banale. La domanda che sorge è se il calo drastico di account di cellulari è legato alla disattivazione dei numeri delle persone morte per COVID-19.

Il rallentamento economico, la dislocazione dei lavoratori immigrati e gli arresti in Cina potrebbero aver portato chi ha più di un cellulare a disattivare il numero. La testata riferisce che se anche soltanto il 10% dei conti telefonici fosse stato chiuso a causa di decesso per coronavirus, il bilancio delle vittime sarebbe di 2 milioni.

Un confronto con la situazione in Italia - che adesso è indicata come la prima nazione per tasso di mortalità da coronavirus - suggerisce anche che il numero di morti in Cina è sottostimato in modo significativo.

Anche le attività nella provincia di Hubei, epicentro del virus in terra cinese, sembrano contraddire i numeri ufficiali riportati dal PPC. Il sospetto che il numero di morti sia molto più alto deriva dal fatto che le 7 case funerarie di Wuhan sono state in funzione 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 a fine gennaio; la provincia di Hubei ha utilizzato 40 crematori mobili, ciascuno in grado di bruciare 5 tonnellate di rifiuti e corpi al giorno.

In mancanza di dati al di fuori di quelli forniti dalle autorità cinesi, il vero bilancio di morti per coronavirus in Cina resta un mistero, conclude l’articolo, ma la sparizione di 21 milioni di numeri di cellulare suggerisce che il numero reale di vittime potrebbe essere molto più alto.

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