Il congelamento temporaneo del mercato interbancario europeo, con contestuale innalzamento dei tassi euribor su tutte le scadenze potrebbe essere una conseguenza dell’uscita dall’euro.
Di seguito il quarto punto che volevo affrontare relativo agli effetti negativi dell’uscita dall’euro.
QUARTO EFFETTO: congelamento temporaneo del mercato interbancario europeo, con contestuale innalzamento dei tassi euribor su tutte le scadenze
Questo quarto effetto è strettamente legato al secondo effetto di cui parlammo precedentemente (svalutazioni di portafoglio nei bilanci delle banche italiane) e avverrebbe perché la crisi nei bilanci delle banche italiane sarebbe nota alle loro controparti estere sul circuito interbancario. Ciò porterebbe alla chiusura delle linee di fido delle banche europee nei confronti delle banche italiane e anche nei confronti di quelle banche europee che fossero pesantemente esposte sull’Italia (basti pensare che dei 425 mld di euro posseduti dagli stranieri, 155 mld sono detenuti da banche e assicurazioni estere, di cui 65mld di euro le sole banche e assicurazioni francesi).
Questo effetto disastroso dell’uscita dell’Italia dall’euro sui tassi interbancari ha già avuto il suo “test” di inizio, perché questo rialzo dei tassi interbancari è già successo nel 2011 per effetto di una scarsità di liquidità e di generale diffidenza delle banche nello scambiarsi i flussi, almeno finché sul finire del 2011 e nel febbraio 2012 la BCE non intervenne con 2 operazioni di LTRO per complessivi 1,01 trilioni di euro. Quindi il congelamento del mercato interbancario potrebbe far salire i tassi euribor anche oltre i livelli del 2011.
Il problema non è il SE (l’evento ha il 100% di probabilità di verificarsi se torniamo alla lira) ma solo il QUANTO.
Cosa accadrebbe ai mutui se uscissimo dall’euro? Certamente per gli italiani la situazione sopra descritta comporterebbe un innalzamento immediato del costo della rata per i vecchi mutui a tasso variabile, emessi in euro e peggior sorte toccherebbe ai nuovi mutui emessi in lire perché agganciati al nuovo ITABOR (tasso interbancario in lire) che non si discosterebbe poi molto dal rendimento dei nuovi BOT in lire al tasso, appunto, del 7%, più uno spread. Oggi invece i mutui a tasso variabile hanno un tasso euribor 3 mesi di 0.35% + spread. Un rialzo della rata interverrebbe anche per i vecchi mutui a tasso fisso in euro, che le banche lascerebbero denominati in euro e quindi espressi in una valuta che si rafforzerebbe nei confronti della lira: le banche non avrebbero alcun interesse a ridenominarli in lire, ma a lasciarli in euro, vista la svalutazione probabile della lira nei confronti di tutte le divise internazionali di cui parleremo oltre, a meno che il contratto di mutuo non contenga l’esplicita clausola di riconversione del debito in lire. In assenza di tale clausola il mutuo rimarrebbe denominato in euro.
ANDAMENTO DEL TASSO INTERBANCARIO EURIBOR 3 MESI DAL 2010 AD OGGI
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