Ad Intesa Sanpaolo serve un board adeguato alle nuove sfide del piano su estero e fintech. È quanto ha detto presidente della Compagnia San Paolo. È necessario, ha rilevato Profumo, che il nuovo consiglio dell’istituto venga arricchito con nuove competenze.
Francesco Profumo, presidente della Compagnia San Paolo, ha le idee chiare: “credo che tocchi a noi, come Fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo, fare in modo che il nuovo consiglio di amministrazione della prima banca del Paese non diventi un luogo dove si confrontano opposte fazioni italiane ma dove invece si apportano nuove conoscenze”.
Profumo, intervistato da “Il Sole 24 Ore” ha richiamato l’attenzione “sulla necessità che il nuovo board si arricchisca di nuove competenze”.
In chiusura di seduta, il Ftse Mib ha terminato con in rialzo di un punto percentuale a 18.591,01 punti mentre l’azione Intesa Sanpaolo è scesa dello 0,29% a 1,934 euro. Rispetto a 12 mesi fa, l’azione Intesa Sanpaolo ha perso un terzo del suo valore.
Profumo: nuove competenze per competere nel mondo globalizzato
La fondazione, primo azionista di Intesa Sanpaolo con una quota del 6,79% del capitale, ritiene che “un po’ di nuovo ’sangue’ intellettuale nel board possa essere utile a creare valore per un grande gruppo che compete nel mondo globalizzato”.
“Dobbiamo riflettere sul fatto che nel Cda in scadenza solo il 68% dei consiglieri di Intesa Sanpaolo aveva, tra le sue competenze, l’esperienza internazionale”.
In vista del rinnovo del board del colosso bancario italiano, in programma nell’assemblea dei soci di aprile 2019, appare scontata la conferma del Chief executive Carlo Messina (la stessa cosa non si può dire, per ora, del presidente Gian Maria Gros Pietro).
Messina “ha fatto un grande lavoro negli anni passati, vogliamo dargli pieno supporto anche nel nuovo piano al 2021 basato su fintech, internazionalizzazione e gestione dei rischi”.
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