Cipro: il fondo di solidarietà è la soluzione? La Russia non ci sta, banche chiuse fino al 26 marzo

Federica Agostini

21 Marzo 2013 - 13:24

Cipro: il fondo di solidarietà è la soluzione? La Russia non ci sta, banche chiuse fino al 26 marzo

I leader politici di Cipro lavorano ad una soluzione alternativa al temibile prelievo forzoso e sembrano aver raggiunto un accordo unanime sull’istituzione di un "fondo di solidarietà" che potrebbe portare il paese alla salvezza. E mentre la BCE spinge perché i tempi vengano accorciati, arriva il disappunto della Russia.

Il fondo di solidarietà

Il fondo dovrebbe impegnare i beni dello Stato come base per un prestito d’emergenza, come una garanzia, ha spiegato Averof Neophytou, tra i leader in testa al partito democratico al Governo.

Il governo Cipriota ribadisce a gran voce la determinatezza a voler rifiutare qualsiasi proposta dall’Unione Europea che comporti tasse sui conti correnti.

Come sappiamo, dopo la bocciatura del piano di salvataggio per Cipro (un prestito di 10 miliardi di Euro a patto di un prelievo forzoso sui conti depositati nell’isola per un totale di 5.8 miliardi) ora a Nicosia si lavora per un Piano B.

Il presidente dell’Eurogruppo, Dijsselbloem, ha annunciato al parlamento UE che "L’Eurogruppo è in attesa di una nuova proposta da Cipro ed è pronto a discuterne con le autorità."

La pressione della BCE

Ma la Banca Centrale Europea fa sapere che se entro lunedì 25 marzo non sarà trovata una soluzione, sarà costretta a chiudere il rubinetto della liquidità (ELA, Emergency Liquidity Assistance) a favore di Cipro. Successivamente, la liquidità sarà considerata solo nel caso dell’approvazione di un programma in cui UE e FMI garantiscano la solvibilità delle banche cipriote interessate dalla crisi.

Banche serrate. Mercati al buio

La questione di Cipro diventa ancor più scottante prendendo in considerazione ache i risvolti sociali ed economici: le autorità hanno deciso che le banche rimarranno chiuse fino a martedì prossimo e il Cyprus Stock Exchange ha comunicato oggi l’intenzione di rimanere chiuso anch’esso fino al prossimo martedì 26 marzo.

Tentando di impedire fughe di capitali senza precedenti e vendite drammatiche, la chiusura sembra l’unica misura per arginare la situazione che, tuttavia, rischia di paralizzare per un’altra settimana l’economia dell’isola.

L’agenzia di rating Fitch ha espresso il suo parere negativo all’applicazione di un prelievo forzoso, anche se ci tiene a specificare che la crisi di Cipro "non ha implicazioni immediate sul rating degli altri paesi dell’Eurozona".

Il disappunto della Russia: prendetevela con l’Italia

Dimitry Medvev, premier russo, ha espresso nelle ultime ore il suo disappunto sull’andamento delle trattative a Cipro e cogliendo l’occasione per puntare il dito contro l’Italia.

Secondo Medvev anche l’istituzione di un fondo di solidarietà è "una proposta assurda", oggi Barroso farà visita a Mosca, ma sembrerebbe che ogni "Piano B" che non implichi il diretto coinvolgimento russo, faccia storcere il naso al Cremlino.

Poi Medvev getta benzina sul fuoco e dice:

"Se [il prelievo forzoso] si può fare a Cipro, perché non si può fare anche in Spagna, Italia o in alti Paesi con problemi finanziari? Domani cominceranno a confiscare i depositi lì, e questo dà molto da pensare."

Ma aggiunge tra le righe che la crisi Cipriota potrebbe costringere la Russia a ridurre le proprie riserve in Euro. Attualmente le riserve internazionali russe in Euro ammontano a circa il 41-42% del totale e fino a poco tempo fa, il governo Russo non aveva mancato occasione per ripetere ed assicurare la propria fiducia nella moneta unica. Ma oggi le cose (e gli interessi) sono ben diversi:

"Si tratta di un sacco di denaro. Noi, come altri paesi, abbiamo bisogno di prevedibilità, mentre la proposta fatta a Cipro è imprevedibile e inadeguata."

Che sia vero, dunque che la Russia ha puntato gli occhi su Cipro?

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