Cina, nasce a Pechino la nuova borsa per le PMI

Riccardo Lozzi

03/09/2021

25/10/2022 - 11:58

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Xi Jinping ha annunciato la nascita di una nuova borsa a Pechino destinata alle piccole e medie imprese nazionali. Sarà la terza piazza affari dopo Shanghai e Shenzen.

Cina, nasce a Pechino la nuova borsa per le PMI

La Cina è pronta a istituire una terza borsa valori - dopo quelle di Shanghai e Shenzen - con sede a Pechino e destinata alle piccole e medie imprese. Il piano è stato annunciato da Xi Jinping in persona alla “Fiera internazionale del commercio dei servizi”.

Nonostante non sia stata ancora fornita una data ufficiale per l’istituzione della nuova piazza affari cinese, l’obiettivo del Governo è di dotare anche le imprese di più modeste dimensioni della possibilità di poter reperire risorse sui mercati finanziari, senza dover quotare i propri titoli fuori dai confini nazionali.

La scelta di Xi Jinping ha colto di sorpresa diversi osservatori internazionali, mentre i vertici della China Securities Regulatory Commission hanno subito rilasciato un comunicato ufficiale affermando di essere entusiasti del piano del capo dell’esecutivo.

Si tratta così di una nuova mossa in un contesto di profondo cambiamento della Cina, con il regime che sta indirizzando il contesto sociale-economico verso un maggiore controllo interno, attraverso mosse come il “coprifuoco dei videogiochi” e l’istituzione dell’“agenda per la prosperità comune”.

Cina, nasce nuova borsa per le piccole e medie imprese a Pechino

Negli ultimi mesi le autorità cinesi hanno infatti intensificato i controlli nei confronti delle società quotate all’estero, in particolar modo negli Stati Uniti.

Al tempo stesso, anche le istituzioni di regolamentazione degli USA, come il Securities and Exchange Commission, sembrano decise ad adottare una supervisione più dura rispetto a tali società, le quali rischiano di trovarsi tra due fuochi.

Per tale ragione i dirigenti delle compagnie private che potrebbero potenzialmente trovarsi in questo scenario complicato vedrebbero di buon occhio la nascita della borsa di Pechino a loro dedicata, così da poter reperire più facilmente nuove risorse economiche.

Da parte sua la Repubblica Popolare potrebbe veder aumentare la quota di investimenti azionari nel sistema finanziario, il quale attualmente è dominato quasi esclusivamente dalle capitalizzazioni bancarie. In questo modo si potrebbe assistere quindi a una riduzione del debito e alla ripresa del mercato dei servizi, il più colpito dalla crisi pandemica da Covid-19.

Gli obiettivi economici e politici di Xi Jinping

In particolare, con il crollo del turismo le esportazioni e le importazioni, le imprese cinesi operanti nel settore dei servizi hanno subito una diminuzione del 15,7% su base annua, vale a dire circa 600 miliardi di euro di perdite solamente nel 2020.

Un duro contraccolpo che i vertici del dragone sono intenzionati a combattere, colpendo in maniera dura le grandi aziende e, contestualmente, favorendo una crescita più uniforme delle PMI a livello nazionale.

La strategia di Xi Jinping mira inoltre a perseguire l’obiettivo politico, oltre che economico, di non accentrare troppo potere nelle mani dei super ricchi che potrebbero mettere a rischio la tenuta del regime totalitario.

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