Chiamata diretta, salta l’accordo con il sindacato: le linee guida le decide il Miur

Chiara Ridolfi

19/07/2016

19/07/2016 - 12:37

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La chiamata diretta è ormai una realtà, sebbene non siano ancora stati emanati i criteri di selezione. Vediamo cosa è successo nel’incontro con i sindacati e cosa è stato deciso dal Miur.

Chiamata diretta, salta l’accordo con il sindacato: le linee guida le decide il Miur

La chiamata diretta doveva entrare in vigore dal 18 luglio, ma ad oggi non sono ancora stati resi noti i criteri e le linee guida per presentare la domanda. Dopo ben 13 ore di trattative il tavolo tra parti sociali e Governo è inoltre saltato e i sindacati hanno abbandonato i lavori. I criteri per la chiamata diretta o per competenze verranno quindi decisi soltanto dal Miur.

Una grande sconfitta per la lotta sindacale e soprattutto per i professori, che non potranno essere rappresentati e forse non vedranno accolte le loro richieste. Con la chiamata diretta i docenti devono dire addio all’anzianità e con l’ultima mossa dei sindacati forse anche ai loro diritti.
Il 6 luglio tutto sembrava ormai chiarito, ma con le ultimi avvenimenti potrebbero cambiare le carte in tavola e i criteri per l’accesso al posto in una scuola pubblica.

Al momento sappiamo che i criteri per fare richiesta per uno dei posti interni agli istituti non saranno più 4, come era stato annunciato, ma saliranno a 6. I criteri di ammissione sono stati già stabiliti dal Miur e potete leggere la lista completa qui. Non è chiaro però se verranno aggiunti nuovi titoli e quanto alla fine influirà l’anzianità nella parità di punteggio.
Una cosa è certa: i sindacati hanno rinunciato ad una grande opportunità e ancora una volta hanno abbandonato i professori. I criteri per l’accesso alla chiamata diretta a questo punto verranno stabiliti dal solo Ministero dell’Istruzione, che non è molto propenso a dare grande peso all’anzianità di servizio.

Quali sono i criteri per la chiamata diretta già stabili dal Miur? Cosa comporta l’abbandono del tavolo delle trattative da parte dei sindacati per i docenti? Vediamo insieme le ultime notizie (di certo non incoraggianti per i professori) sulla chiamata diretta e da quando dovrebbe entrare in vigore il nuovo meccanismo di selezione.

Chiamata diretta, salta accordo con i sindacati: cosa ha deciso il Miur?

Per l’ennesima volta i docenti si ritrovano da soli a dover combattere una guerra che potrebbe portarli a serie complicazioni per le assunzioni. La chiamata diretta, inserita nella Buona Scuola, è ormai una realtà e si devono solo attendere i criteri che la porteranno all’attuazione.
I sindacati hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative e di conseguenza di lasciare carta bianca al Ministero. I criteri per la chiamata diretta non sono ancora stati stabiliti, ma da ciò che è trapelato la situazione per il settore istruzione sarà un totale stravolgimento.

L’assunzione non avverrà più in base ad un graduatoria, ma mediante domanda presentata dai docenti ai vari istituti. Il mini-concorso che in tanti temevano sembra ormai il nuovo modo di assunzione e sebbene ancora non siano state rese note le modalità per la selezione le polemiche sono già parecchie. L’anzianità di servizio non verrà infatti presa in esame e non conterà per la valutazione finale del docente. A contare saranno i titoli, il curriculum e le esperienze che il docente ha avuto negli anni.

Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal in un comunicato diramato nella tarda serata di ieri hanno spiegato che non possono accettare che “la scuola diventi un mercato dei titoli”. Al momento però la situazione è questa e l’abbandono delle trattative comporterà solo nuovi problemi per gli insegnanti.
I sindacati dichiarano che le trattative sono saltate a causa delle quantità dei titoli presentati dai tecnici del Miur, che hanno presentato ben 40 titoli presentabili per la chiamata diretta. Il problema principale delle proposte del Ministero è la difficile certificazione che alcuni documenti hanno e la conseguente trasformazione della scuola in un vero e proprio mercato dei titoli.

Certamente però abbandonare il tavolo delle trattative non riuscirà a far cambiare idea allo staff tecnico del Ministero, che anzi al momento ha carta bianca sulle scelte.
Per avere un quadro chiaro della situazione attuale ti consigliamo di leggere anche Scuola, chiamata diretta: è rottura tra Miur e sindacati. Salta l’accordo?

Chiamata diretta, salta accordo sindacati-Miur: come si valuteranno i titoli?

Oltre ai professori, a fare le spese di questo periodo di confusione, sono anche i dirigenti scolastici, che si trovano in una posizione scomoda. Le decisioni per il nuovo organico dovranno infatti essere rese note entro e non oltre il 31 agosto e di conseguenza la valutazione si svolgerà durante agosto.
Le segreterie dovranno rimanere aperte e non solo catalogare le domande che arriveranno, ma anche verificare che i titoli inseriti dai candidati siano veritieri.

I dirigenti scolastici, dalle ultime indiscrezioni, potranno decidere tra 3 e 6 titoli da inserire per il posto messo in palio. Sembrerebbe infatti decaduto il criteri fisso dei 4 requisiti, che invece era stato indicato nel primo accordo con i sindacati. I docenti che riusciranno a soddisfare le richieste del preside e i requisiti posti per ottenere il posto potranno essere chiamati.

Altro punto che al momento non è chiaro e che ha delle voci discordanti è l’orale. Nell’accordo raggiunto con i sindacati il 6 luglio non si faceva riferimento ad una prova orale, ma solo alla valutazione dell’anzianità per parità di punteggio.
Adesso invece si pensa che, dopo aver preso in esame i vari criteri di selezione e aver stilato una mini graduatoria, i docenti dovranno sostenere un orale per riuscire a vincere il posto. Una pratica lunga e complicata quella della chiamata diretta che al momento rischia di mandare in tilt il sistema per il prossimo anno.

Le linee guida dovrebbero essere diramante nei prossimi giorni, dal momento che l’inizio delle selezioni è previsto per il 22 luglio, e molti docenti attendono di conoscere il proprio destino. Ci auguriamo che il Miur faccia chiarezza al più presto sulle linee da seguire e sulla documentazione necessaria per inoltrare la domanda.

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