COVID: il Lazio (non la Lombardia) modello virtuoso, lo dice l’esperto

Violetta Silvestri

19 Settembre 2020 - 10:27

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Qual regione si è distinta per una lotta davvero virtuosa contro l’epidemia di coronavirus? L’esperto prova a dare una risposta: promosso il Lazio, bocciata la Lombardia.

COVID: il Lazio (non la Lombardia) modello virtuoso, lo dice l’esperto

COVID in Italia: quale regione ha davvero risposto con efficienza all’emergenza epidemia?

Una domanda che attira l’attenzione di esperti e politici, quest’ultimi sempre pronti a valorizzare le proprie scelte soprattutto con l’obiettivo del consenso. Per dare una risposta al quesito, di non facile espressione, è arrivato lo spunto dell’Unione Europea.

Non appena la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha annunciato la volontà di organizzare il summit G20 della Salute in Italia, nel nostro Paese è esplosa la polemica: dove ospitarlo?

La Lombardia, simbolo della tragedia coronavirus in Italia con il suo record di decessi e contagi, si è subito candidata, con la voce di sindaci illustri come Sala e Gori. Ma c’è chi pensa che sia addirittura vergognoso discutere di salute nel territorio lombardo.

Quale regione può davvero dirsi virtuosa se si parla di COVID-19? Spunta il Lazio e l’esperto spiega perché.

Lazio modello virtuoso contro il virus: ecco perché

A parlare è Andrea Crisanti, voce ormai nota dei commenti sul coronavirus nel nostro Paese. Il professore di microbiologia dell’Università di Padova non dubbi su quale regione abbia meglio delle altre affrontato la difficile emergenza sanitaria.

Il suo responso è il Lazio. La promozione a pieni voti è arrivata a margine della polemica che si è accesa su dove dovrebbe essere ospitato in Italia il Summit internazionale sulla Salute lanciato dall’UE. All’ipotesi Lombardia, l’esperto ha voluto dire la sua intervistato da Il Messaggero:

“Se questo evento vuole essere solo una commemorazione della tragedia è un conto, ma se l’incontro ha l’obiettivo di iniziare a ragionare sulla creazione di un modello sanitario da adottare in contesti come quello della pandemia e se viene fatta in Italia per riconoscerne il merito non credo proprio che la Lombardia sia la scelta giusta, nel modo più assoluto”

Sul tema Crisanti non ha dubbi: è la regione della capitale ad aver mostrato la migliore risposta: “Nei mesi più difficili il Lazio è stato un modello virtuoso ad esempio, e qui ci sono anche le eccellenze italiane del settore farmaceutico e della ricerca scientifica”.

La reazione ai tanti casi avuti nella regione è stata pronta e più efficiente di altri territori italiani. Qui, secondo il professore, è stata messa in moto una rete di sorveglianza senza eguali, con laboratori di ricerca innovativi subito operativi, che poi è stata replicata in tutta Italia, proprio per la sua funzionalità.

In conclusione, questa la sintesi: “Senza dubbio insieme al Veneto sono state le regioni che hanno saputo comportarsi nel modo giusto e affrontare meglio la situazione”.

Il bilancio epidemiologico italiano attuale, che seppure preoccupa non è ai livelli allarmanti del resto d’Europa, è il risultato della strategia laziale e veneta. L’esempio riportato dal professore è il caso La Spezia: 3.000 persone sottoposte a test in poco tempo e focolaio bloccato.

Lombardia bocciata nella lotta al COVID

Netta è la bocciatura del modello sanitario lombardo. Già finito sotto i riflettori e nel mirino delle critiche durante la fase acuta della pandemia, il sistema della sanità della Regione settentrionale è così valutato da Crisanti:

“A livello sanitario è stato sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare. Hanno adottato fino all’ultimo i modelli meno funzionali in una situazione, quella della loro sanità, che è esplosa perché inadeguata

L’esperto ha fornito un esempio di tali gravi carenze: gli ospedali privati lombardi, sui quali si basa la sanità, non hanno pronto soccorso e sale rianimazione. Dettagli che bastano per bocciare la Lombardia.

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