Buste paga, cosa cambia nel 2022? Ancora ci sono diversi dubbi, ma le indiscrezioni parlano di un aumento dello stipendio netto. Vediamo perché.
Le buste paga dei dipendenti privati e pubblici potrebbero cambiare dal prossimo anno. Il condizionale, tuttavia, è ancora obbligatorio in quanto a oggi - lunedì 8 novembre - non vi è ancora certezza della decisione che sarà presa dal Governo in merito alla riforma fiscale che porterà con sé un taglio delle tasse.
Per i dipendenti pubblici vi è la sicurezza che dal prossimo anno la busta paga sarà più corposa grazie al rinnovo del contratto, ma per quanto riguarda l’aspetto fiscale non sappiamo ancora come si deciderà d’intervenire.
La decisione verrà presa dal Governo nelle prossime settimane. Troppo complesso, e importante, il capitolo fiscale nella Legge di Bilancio - al quale ricordiamo sono stati dedicati 8 miliardi di euro - per poterne discutere in pochi giorni, tant’è che nel testo del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri non ci sono dettagli a riguardo. Come spiegato da Mario Draghi sarà un successivo emendamento alla Legge di Bilancio, che verrà scritto di concerto da Governo e Parlamento, a spiegare nel dettaglio come sarà la riforma fiscale.
E allora sì, sapremo se per la busta paga nel 2022 ci saranno novità immediate, con il conseguente aumento dello stipendio (netto) per alcuni lavoratori.
Busta paga 2022: come potrebbe cambiare
Una sola cosa è certa: con la riforma fiscale finanziata dalla Legge di Bilancio 2022 ci sarà un risparmio sulle tasse. Questa la certezza, per il resto andremo nel campo delle ipotesi visto che il Governo non ha ancora sciolto le riserve a riguardo.
L’ipotesi che lo stipendio possa aumentare, tuttavia, sembra essere quella più concreta. Attenzione, non lo stipendio lordo ma il netto, ossia quanto effettivamente viene riconosciuto al dipendente. Questo perché sulla busta paga ci dovrebbero essere meno tasse da pagare, al pari di quanto già successo nel luglio del 2020 con il taglio del cuneo fiscale che ha portato l’allora bonus Renzi da 80,00€ a salire fino a 100,00€.
Rispetto a quell’operazione, però, potrebbero esserci delle differenze.
Con il taglio del cuneo fiscale, infatti, è stato introdotto un bonus Irpef, un credito fiscale riconosciuto direttamente dal sostituto d’imposta. Nel caso dei lavoratori subordinati, quindi, è il datore di lavoro a erogarlo effettuando una valutazione in proiezione del reddito annuale del dipendente, in base a quelle che sono le informazioni in suo possesso riguardo alle condizioni contrattuali e degli eventuali ulteriori dati reddituali forniti dal lavoratore.
A scelta del lavoratore la possibilità di fruire di questo bonus Irpef non in busta paga ma in sede di dichiarazione dei redditi.
Ebbene, per il 2022 due sono le possibilità: la prima è quella di replicare quanto già fatto nel luglio dell’anno scorso attuando un nuovo taglio del cuneo fiscale. La seconda opzione è più strutturale, in quanto prevede una vera e propria riduzione delle aliquote Irpef.
Busta paga 2022: ipotesi nuovo taglio del cuneo fiscale
Come anticipato, potrebbe esserci il potenziamento del bonus Irpef dal 1° gennaio 2022, con il conseguente aumento dello stipendio netto a parità di lordo. Come funziona oggi? Gli importi sono i seguenti:
- bonus di 100,00€ al mese per i lavoratori dipendenti con reddito non superiore a 28.000,00€;
- bonus tra i 100,00€ e gli 80,00€ (si riduce progressivamente salendo di reddito) per i redditi fino a 35.000,00€;
- sopra i 35.000,00€, e fino ad arrivare a 40.000,00€, il bonus si riduce progressivamente fino ad arrivare a zero.
Cosa potrebbe cambiare? Qualora il Governo dovesse decidere d’intraprendere questa strada, la busta paga nel 2022 gioverebbe di un bonus più alto, che secondo indiscrezioni potrebbe essere di 120,00€ mensili per i redditi fino a 28.000,00€, per poi scendere al salire del reddito. Il limite massimo per godere di una tale agevolazione potrebbe però salire a 55.000,00€.
Busta paga 2022: ipotesi taglio Irpef
La seconda possibilità è più strutturale. Anziché prevedere un bonus fiscale, infatti, il Governo andrebbe a tagliare direttamente le aliquote Irpef. Una novità importante in quanto in tal caso ci sarebbero effetti positivi su tutti i redditi, vedi ad esempio il cedolino della pensione, e non solo sulla busta paga.
Anche in questo caso, comunque, restiamo nel campo delle ipotesi. La più accreditata è quella che prevede un taglio dell’aliquota per i redditi compresi tra i 28.001,00€ e i 55.000,00€. Oggi la percentuale applicata è del 38%: possibile un taglio del 2%, arrivando al 36%.
È ovvio, dunque, che una tale operazione, a differenza del taglio del cuneo fiscale, non gioverebbe a coloro che hanno redditi sotto la soglia dei 28.000,00€, per i quali resterebbe il bonus da 100,00€ e un’aliquota fiscale del 23% (per i primi 15.000€) e del 27% (per la parte che supera i 15.000€ e fino ai 28.000€).
Per i redditi che superano i 28.000€, invece, ecco un’aliquota ridotta al 36%. Con conseguenze anche in busta paga per coloro che hanno uno stipendio lordo che supera questa fascia. Nel dettaglio, secondo le stime, sopra i 28.000,00€ il risparmio sale progressivamente fino ad arrivare a 440,00€. Sopra i 55.000,00€, invece, il vantaggio fiscale potrebbe arrivare a 540,00€ (parliamo, ovviamente, di cifre annue).
Busta paga 2022: un’operazione congiunta è possibile?
Al momento non è possibile escludere nulla, neppure che il Governo decida di procedere sia con un potenziamento del taglio al cuneo fiscale che con una riduzione dell’aliquota Irpef.
Tuttavia, lato percentuali, è più probabile che si decida di procedere verso una sola direzione, anche perché le risorse serviranno anche per tagliare le tasse alle imprese (vedi la riduzione annunciata dell’Irap).
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