Brexit: inizia l’esodo degli investitori. La meta? La “forte” Germania

Marco Frattaruolo

31 Gennaio 2017 - 13:59

Il profilarsi dell’hard Brexit ha dato il via all’esodo degli investitori che fanno affari a Londra. La meta? La “forte” Germania. Vediamo perché e quali sono le prospettive di investimento future.

Brexit: inizia l’esodo degli investitori. La meta? La “forte” Germania

Brexit: inizia l’esodo degli investitori. Vediamo qual è la loro meta d’affari prescelta.
Con l’avvicinarsi dell’hard Brexit, così come l’ha definita il primo ministro inglese Theresa May, i grandi investitori hanno cominciato a guardarsi intorno alla ricerca di lidi più sereni, e per certi versi rassicuranti, dove trasferire i propri affari.

Il concretizzarsi della Brexit ha infatti indotto gli investitori di livello mondiale a rivedere la collocazione dei propri poizionamenti, con il 14% degli investitori stranieri che hanno riferito di essere intenzionati a cambiare o spostare alcune delle loro operazioni europee nei prossimi tre anni, tempo necessario per mettere a punto l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo.

Di seguito vediamo cosa preoccupa gli investitori che operano tra i confini dell’Unione europea e, in vista della Brexit, quali sono le loro intenzioni future.

Brexit: esodo investitori. E’ la Germania la meta prescelta

Secondo una ricerca condotta da EY le aziende intenzionate a lasciare Londra avrebbero identifica nella Germania la destinazione più sicura. La Germania è stata infatti designata come la meta preferita dal 54% degli investitori intenzionati a lasciare il Regno Unito, seguita dai Paesi Bassi (33%) e dalla Francia (8%). 7 investitori su 10 hanno invece riferito di essere stati influenzati dalla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione europea, in particolare per quanto riguarda le valutazioni sui margini operativi, costi d’acquisto e vendita.

Il settore legato ai servizi finanziari è stato uno dei più colpiti dal referendum dello scorso 23 giugno, che ha visto i cittadini del Regno Unito votare a favore della Brexit, tanto da dimostrarsi il settore meno ottimista nei confronti delle prospettive future. Solo il 12% degli operatori finanziari si è mostrato fiducioso circa una forte crescita, mentre il 6% si è detto intenzionato a ridurre la propria presenza nel Regno Unito.

All’inizio di questo gennaio, due grandi gruppi bancari quali UBS e HSBC hanno preannunciato di essere intenzionati a procedere alla ricollocazione di circa 1000 posti di lavoro al di fuori del Regno Unito.

Nonostante la Brexit gli investitori restano fiduciosi

Lo studio EY ha rilevato che, nonostante la forte instabilità geopolitica che continua a caratterizzare la regione, gli investitori globali sono comunque intenzionati a far crescere la loro presenza all’interno del continente europeo.

I risultati della ricerca EY hanno infatti evidenziato che nonostante l’effetto Brexit gli investitori nel corso dell’ultimo anno hanno continuato a dare fiducia al mercato europeo, dissipando le preoccupazioni circa l’impatto che l’uscita del Regno Unito potrebbe avere sulle economie dei paesi della zona euro.

Il 56% dei 254 investitori globali “interrogati” da EY ha infatti rivelato l’intenzione di voler far crescere la propria “esposizione” in Europa nel corso dei prossimi tre anni. Il dato assume una maggiore rilevanza se si pensa che è stato registrato a fine maggio, a un mese dal voto sulla Brexit, quando solo il 26% degli europei si era dichiarato ottimista circa il futuro dell’Unione europea.

Ciò che più preoccupa gli investitori, oltre agli esiti delle future elezioni che si terranno tra primavera e autunno in Olanda, Francia e Germania e che potrebbero precludere seriamente la stabilità politica del vecchio continente, è la volatilità delle valute, dei prezzi delle materie prime e la tenuta dei mercati.

Il 37% degli investitori intervistati ha affermato che il rischio di volatilità è uno dei principali fattori che influenzerà le loro decisioni di investimento. Il 32% si è invece detto maggiormente preoccupato per l’instabilità economica e politica all’interno dei confuni dell’UE (Brexit esclusa), mentre il 28% degli effetti che potrà avere la Brexit.

Il dirigente EY, Andy Baldwin, in merito alle prospettive future che riguardano la permanenza degli investitori all’interno dell’area euro ha così dichiarato:

“è incoraggiante vedere che gli investitori continuino ad avere un forte interesse verso gli investimenti in Europa, nonostante l’instabilità e il frammentanto ambiente geopolitico. Tuttavia la pazienza degli investitori ha una fine. L’Europa, se non garantirà ritorni proporzionati, correrà il pericolo di sviluppare un mercato emergente dal profilo rischioso. Per il futuro prossimo saranno i fattori economici, insieme alle considerazioni politiche, ad influenzare le decisioni degli investitori”.

Fonte: CNBC

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