Le Borse mondiali affondano: i motivi

C. G.

2 Marzo 2018 - 08:52

Le Borse oggi tornano a viaggiare in profondo rosso. Il motivo? Da ricercare nelle ultime decisioni di Donald Trump.

Le Borse mondiali affondano: i motivi

Le Borse mondiali tornano a perdere quota oggi, nell’ultima sessione di una settimana abbastanza impegnativa per i listini.

Ancora una volta la flessione del mercato azionario è stata determinata dagli sviluppi osservati negli Stati Uniti d’America.

Se nell’ultima occasione a causare il crollo delle Borse mondiali sono stati i timori relativi ad un aumento dei tassi di interesse (e dunque dell’inflazione) più rapido del previsto, oggi a far tremare il mercato azionario ci ha pensato Donald Trump, che ha ribadito la sua intenzione di imporre pesanti dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio.

I dazi affossano Wall Street (e non solo)

La decisione di imporre i suddetti dazi era già stata anticipata da Trump qualche settimana fa. Coloro che avevano sperato in un passo indietro del presidente si sono dovuti ricredere: le tariffe dovrebbero entrare in vigore già a partire dalla prossima settimana e saranno del 10% sull’alluminio e di un più imponente 25% sulle importazioni di acciaio.

Il crollo delle Borse mondiali ha trovato proprio nei dazi di Trump la sua ragion d’essere. Il mercato azionario e gli investitori in generale temono che l’imposizione delle nuove tariffe sull’import danneggerà i rapporti internazionali degli USA, magari sfociando in una guerra commerciale contro quella Cina già colpita dai dazi su pannelli solari e lavatrici.

Per gli esperti, tra l’altro, le tariffe provocheranno un aumento dei prezzi che contribuirà ad alimentare i timori di una crescita dell’inflazione più rapida del previsto. Anche i recenti dati sulle richieste di sussidi alla disoccupazione giocheranno un ruolo nella ripresa economica e nell’aumento dei tassi di interesse.

“Finché non avremo un quadro più chiaro di quanto saliranno i tassi e quanta crescita salariale ci sarà, la volatilità non si arresterà”,

ha affermato Sean O’ Hara, presidente di Pacer ETFs, con riferimento alle Borse mondiali e ai mercati in generale.

Wall Street chiude in rosso

Le indicazioni di Donald Trump sui dazi hanno avuto immediate ripercussioni sull’andamento delle Borse USA. Dopo un febbraio da dimenticare, anche la prima sessione di marzo si è chiusa con gli indici sotto la parità. Il Dow Jones ha archiviato gli scambi su quota 24.608,98 con un ribasso dell’1,68%.

Non è andata certamente meglio all’S&P 500 che ha messo a segno una flessione di 1,33 punti percentuali ed ha chiuso la sessione di giovedì a 2.677,67 punti. Il Nasdaq, infine, ha archiviato gli scambi su quota 7.180,56, con una perdita dell’1.27%.

Mercati asiatici deboli

Il tonfo di Wall Street non è stato esente da conseguenze. Anche le Borse asiatiche hanno scambiato in profondo rosso nella loro ultima sessione della settimana e hanno registrato perdite superiori al punto percentuale.

Il caso del Nikkei è stato ancor più emblematico: l’indice ha archiviato gli scambi a -2,71%. Ad accentuare la flessione, comunque, non sono stati soltanto i dazi di Donald Trump, ma anche e soprattutto il rafforzamento dello Yen a discapito del dollaro statunitense, a sua volta determinato dalle recenti dichiarazioni di Kuroda, pronto a dire addio agli stimoli monetari.

In forte flessione anche l’Hang Seng, che con il suo -1,51% è stato poi seguito dal Kospi sudcoreano a -1,05%. È andata male anche allo Shanghai che ha tuttavia chiuso con perdite più limitate (-0,59%) rispetto al resto del mercato azionario.

Anche oggi, come sempre, si teme che l’ondata di malessere che ha colpito prima Wall Street e poi i listini asiatici andrà a ripercuotersi anche sull’andamento delle Borse europee. Dopo le ultime notizie sui dazi di Trump, il mercato avrà ora occhi soltanto per il Vecchio Continente.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it