Il petrolio torna a tenere banco. I mercati asiatici hanno registrato forti ribassi, si salva solo la Cina con l’aspettativa di nuovi stimoli monetari. Wall Street contrastata.
Le Borse asiatiche non reggono il ribasso del petrolio che, con il ritorno dell’Iran sul mercato, è tornato a scendere. Sia il Brent che il WTI scambiano al di sotto di quota 29$, aumentando l’avversità degli investitori per gli i asset più rischiosi. In forte calo il Nikkei che entra ufficialmente in bear market, rosso pesante per gli altri indici asiatici.
Resiste solamente la Cina, che perde meno del resto dei principali listini asiatici, con gli investitori che sperano in un nuovo stimolo monetario da parte della PBoC. Wall Street ha chiuso contrastata, non riuscendo a rimbalzare con forza insieme agli altri listini mondiali. Focus oggi sul World Economic Forum di Davos (Svizzera)
Il petrolio scambia a quota 28$ a barile
Borse asiatiche in forte calo nella sessione odierna a causa dei nuovi minimi toccati dai prezzi del petrolio. Il ritorno dell’Iran sul mercato, con il Paese mediorientale che ha già tagliato i prezzi del greggio per essere più competitivo, ha fatto in modo di rimettere sotto pressione le quotazioni del greggio.
Il petrolio ieri era tornato a salire, probabilmente per un sell on the news invertito visto che la rimozione delle sanzioni all’Iran era già ampiamente scontata nei prezzi.
Durante la sessione di Wall Street però, il WTI ha girato in negativo e poche ore dopo è stato raggiunto dal Brent: al momento le quotazioni sono in flessione rispettivamente del -3% e del -2,31%, che corrispondono ad un prezzo inferiore ai 29$.
Borse asiatiche in forte calo: Nikkei entra tecnicamente in bear market
L’indice giapponese Nikkei guida i ribassi di oggi dei listini asiatici lasciando sul terreno il 3,7% ed entrando tecnicamente in bear market. Come spiegano gli analisti di Asenna Wealth Solution di Sydney, il sentiment generale sembra essere estremamente negativo a causa delle difficoltà delle materie prime.
Non regge all’urto del petrolio neanche l’Hang Seng di Hong Kong che perde il 3,8%. In difficoltà anche il Taiex di Taiwan (-1,98%), il Kospi coreano (-2,34%) e l’indice australiano ASX200 (-1,26%). Resiste parzialmente l’IDX indonesiano che segna una contrazione del -0,55%.
In forte calo anche il più grande indice azionario asiatico al di fuori del Giappone, l’MSCI, che ha registrato un calo del -2,6% toccando i minimi di Ottobre 2011.
Cina: listini reggono con aspettativa di nuovi stimoli da PBoC
Risultano più resistenti ai forti ribassi di oggi gli indici cinesi che tengono botta grazie ai dati macroeconomici di ieri e all’aspettativa degli investitori di nuovi stimoli monetari da parte della banca centrale cinese, la People’s Bank of China (PBoC). Gli esperti di Mizuho Bank, casa d’affari giapponese, un taglio dei tassi di interesse cinesi e stimoli fiscali potrebbero essere in programma da parte delle autorità cinesi.
Lo Shanghai composite ha chiuso la sessione in ribasso del -1,15% mentre lo Shenzhen composite ha lasciato sul terreno il -1,1%.
Grande attenzione oggi al World Economic Forum di Davos (Svizzera) nel quale si incontreranno esperti e funzionari finanziari ed economici di tutto il mondo.
Wall Street contrastata: il petrolio fa paura. Trimestrali delle aziende in chiaroscuro
Chiusura contrastata invece per Wall Street che non riesce a rimbalzare insieme alle altre Borse mondiali. Gli indici americani sono stati rallentati dal calo dei prezzi del petrolio che continuano a spaventare gli investitori USA e per i dati trimestriali delle aziende americane che continuano ad essere a luci e ombre.
Nella giornata di ieri sono infatti stati rilasciati i dati di Morgan Stanley (che hanno deluso le attese), Netflix (EPS oltre le attese con fatturato stabile) e IBM (EPS oltre le attese e fatturato leggermente al di sotto del consenso).
Nel complesso, lo S&P500 ha registrato un progresso del +0,05%, il Dow Jones del + 0,17% mentre il Nasdaq ha perso il -0,26%.
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