Bersani: “Alle elezioni in doppia cifra, se non ci ascoltano non voteremo la Finanziaria”

Alessandro Cipolla

14 Settembre 2017 - 11:25

Intervistato dal Corriere, Bersani confida in un risultato in doppia cifra alle elezioni ammonendo però il governo: se non ascoltati, niente voto alla Finanziaria.

Bersani: “Alle elezioni in doppia cifra, se non ci ascoltano non voteremo la Finanziaria”

Ha le idee chiare Pier Luigi Bersani su quale deve essere il futuro del Movimento Democratici e Progressisti, il suo nuovo partito nato la scorsa primavera dopo la clamorosa scissione dal Partito Democratico di Matteo Renzi.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bersani infatti rilancia una coalizione di centrosinistra alternativa al PD che può puntare, alle prossime elezioni, anche a un risultato in doppia cifra, come in precedenza auspicato anche da Massimo D’Alema.

Quanto all’immediato, lo scissionista non nasconde la sua delusione per l’accantonamento dello ius soli, mettendo poi in guardia il governo Gentiloni sulla prossima manovra Finanziaria: se non verranno ascoltate le proprie rimostranze, MDP è potrebbe non votare il testo.

Pier Luigi Bersani quindi è pronto a indossare l’elmetto in questi lunghi mesi che ci separano dalle prossime elezioni politiche. Una partita questa che si giocherà nella prossime primavera, ma le cui tattiche e strategie sono già in campo da diverso tempo.

Bersani spaventa Gentiloni

Che questo a cui andiamo incontro sarà un autunno caldo lo si evince anche dalle parole di Pier Luigi Bersani. Sulle colonne del Corriere, l’ex PD lancia un chiaro monito al premier Paolo Gentiloni.

Dopo aver ingoiato bocconi amari per quanto riguarda i temi dei voucher e delle banche, per Bersani il Movimento Democratici e Progressisti non è più disposto a fare sconti al governo, a cominciare dalla manovra Finanziaria che deve essere approvata entro la fine dell’anno.

Bisogna trovare un equilibrio a partire dal lavoro. Prima torni sulle regole del jobs act che consentono la giungla di tirocini e stage, poi parli di sgravi per i giovani. Gli investimenti sono in drammatica diminuzione e parlo di acqua, condomìni, periferie, Sud. Anche su sanità e fisco drammatizzeremo le proposte che non costano, poi il governo deciderà.

Visto che al Senato l’attuale esecutivo ha dei numeri molto ristretti, questo out out degli scissionisti può essere un serio problema per Gentiloni. Bersani dice di “non volere il caos o la Troika”, però senza l’appoggio di MDP il governo rischierebbe di cadere e di non approvare la legge di Bilancio.

Gentiloni e Padoan quindi dovranno ascoltare le esigenze degli scissionisti, perché l’appoggio non è per nulla scontato. Ecco dunque che potrebbe andarsi a riacutizzarsi lo scontro con il Partito Democratico, in una sorta di antipasto di quello che potrebbe accadere in campagna elettorale.

Obbiettivo elezioni politiche

Lo sguardo di Pier Luigi Bersani però oltre che al presente è proiettato anche verso il futuro. L’appuntamento elettorale più vicino è quello delle elezioni regionali in Sicilia, dove MDP ha deciso di candidare, assieme a Sinistra Italiana, Claudio Fava rifiutando così di correre assieme al Partito Democratico.

Un ennesimo sgarbo questo che potrebbe segnare la spaccatura definitiva nel centrosinistra italiano: lo strappo finché ci sarà Matteo Renzi alla guida dei dem non è più ricucibile e la divisione è inevitabile.

Anche alle elezioni politiche quindi sarà così: Partito Democratico e forse i centristi da una parte, tutto il resto della sinistra dall’altra. Oltre a MDP, ci sarebbero quindi Sinistra Italiana, i Verdi e forse anche Rifondazione Comunista e il movimento di Anna Falcone.

I lavori sono in corso quindi soprattutto per capire cosa intende fare Giuliano Pisapia, che ormai sembrerebbe deciso a guidare questa nuova coalizione che sta nascendo. Per le prossime elezioni politiche comunque Bersani sembrerebbe avere le idee molto chiare a riguardo.

Vogliamo un risultato a due cifre. Il sommovimento in corso può darci uno spazio molto ampio se ci mettiamo intelligenza, pazienza, generosità. La riunione con Campo progressista, seppure in embrione, ha riaffermato l’idea di un movimento che ha l’ambizione “gravitazionale” di rivolgersi a energie sopite che sono sia nel civismo e nel centro democratico sia nella sinistra radicale.

Per Bersani la situazione politica attuale andrebbe a spalancare ampi margini per far affermare una nuova forza di sinistra, che sia in discontinuità con le ultime politiche messe in atto dal PD. Una coalizione del genere quindi per l’ex dem può ambire a un più che discreto risultato alle prossime elezioni.

Se guardiamo gli ultimi sondaggi politici però, gli scissionisti assieme a Sinistra Italiana non arriverebbero neanche al 5%. Anche se non sarebbe un problema superare la soglia di sbarramento del 3%, la “doppia cifra” auspicata sembrerebbe essere lontana.

Senza dubbio inglobare anche il Campo Progressista di Pisapia e tutte le altre forze della sinistra farebbe aumentare il bottino dei voti, ma al momento il sentore è che anche una coalizione molto ampia non riuscirebbe ad andare oltre all’8%.

Bersani sicuramente ha ragione nel dire che ci sono ampi margini per recuperare tutto l’elettorato di sinistra che negli ultimi tempi si è sparpagliato. Soltanto però mettendo da parte divisioni e polemiche croniche questo listone di sinistra, al momento allo stato embrionale, può ambire a ritagliarsi uno spazio importante e determinante all’interno della scena politica del paese.

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