Mentre Pier Luigi Bersani apre ad un possibile accordo con il Movimento 5 Stelle, Enrico Letta concorda sul dover parlare al loro elettorato. La risposta di Orfini: “Niente patti coi populisti”.
Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta aprono ad un dialogo del centrosinistra con il mondo del Movimento 5 Stelle, ma per l’attuale reggente del Partito Democratico Matteo Orfini nessun patto può essere fatto con i populisti.
Se nel centrodestra Silvio Berlusconi starebbe elaborando un piano per sabotare il Movimento 5 Stelle e tornare al governo, nel variegato mondo del centrosinistra italiano c’è invece chi guarda anche con interesse alla galassia pentastellata.
In un dialogo con alcuni attivisti, Pier Luigi Bersani si sarebbe detto pronto nel caso ad un dialogo post voto con il Movimento 5 Stelle, etichettato come una moderna forza centrista che può arginare la destra.
In un’intervista al Corriere della Sera invece, l’ex premier Enrico Letta parla del Movimento come una forza diversa dai partiti populisti europei come quelli di Le Pen e Wilders, evidenziando come si debba ascoltare la vasta fetta dell’elettorato che vota i 5 Stelle.
Parole di apertura provenienti da due ex big del Partito Democratico, ma l’attuale reggente dem Matteo Orfini ribadisce ancora una volta la linea del Pd: con il populismo dei grillini non può esserci dialogo.
Bersani e un possibile accordo col M5S
In fin dei conti le parole di Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta non sono così scabrose. Entrambi, seppur con termini molto differenti, con grande realismo ammettono che il Movimento 5 Stelle ormai non può essere più solo demonizzato.
Già dopo le ultime elezioni del 2013, Bersani mentre era alla ricerca di una maggioranza per sostenere un suo eventuale governo tese la mano verso i 5 Stelle. Dai grillini però arrivò un secco no grazie.
Ospite di un evento a Campobasso, Pier Luigi Bersani si è intrattenuto con diversi militanti, con il succo dei loro discorsi che è stato ampiamente riportato sulle pagine di tutti i maggiori quotidiani italiani.
Bersani ha parlato dei 5 Stelle come una forza centrista moderna, una sorta di “moderati incazzati” che possono arginare l’avanzata delle destre. A chi gli domandava poi se fosse disposto dopo le elezioni a tentare un accordo con il Movimento come fatto nel 2013, l’esponente dei Democratici e Progressisti ha risposto che nel caso sarebbe curioso rinunciare.
Letta e l’elettorato 5 Stelle
Se Bersani ipotizza anche eventuali accordi politici coi 5 Stelle, Enrico Letta che ormai si è tirato fuori dalle logiche dei partiti sottolinea come il vasto elettorato del Movimento deve essere ascoltato invece che ghettizzato.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Letta in parte si trova d’accordo con le parole pronunciate da Bersani riguardo i 5 Stelle, che ormai sono una realtà forte del nostro paese con i quali bisogna dialogare.
Il tema di fondo è che ormai il 30% degli elettori guardano ai 5 Stelle e a quegli elettori bisogna parlare. Non ci si può limitare a dire che sono dei populisti e degli appestati. Non si può puntare solo a escluderli, radicalizzandoli ancora di più. Così si finisce solo per alimentare le frange di coloro che si sentono esclusi. Interpreto quel che dice Pier Luigi quest’ottica.
L’ex premier poi ha parlato anche dei vari populismi che ci sono in questo momento in Europa, evidenziando come il Movimento 5 Stelle non possa essere paragonato a quelli della Le Pen o di Wilders.
Da quando esistono sul piano nazionale, il rifiuto ad ogni tipo di accordo li accomuna al Front National o alla destra radicale inglese di Ukip. Ed è strano, perché in fondo loro non sono la stessa cosa del Front National o di Wilders. Ma la questione del rifiuto delle alleanze è centrale. È un tema, se capisco bene, che anche Pier Luigi solleva.
Un Movimento 5 Stelle quindi che per Bersani e Letta non deve essere trattato da appestato, con il centrosinistra che secondo loro dovrebbe sia cercare un dialogo con i grillini che comprendere le esigenze del loro elettorato.
Orfini contrario al dialogo con i 5 Stelle
Intervistato invece da La Repubblica Matteo Orfini, che fino alle primarie Pd è il reggente in pectore del partito, ribadisce la linea dettata da Renzi negli ultimi anni: con il Movimento 5 Stelle nessun dialogo.
Pur di attaccare il Pd, finisce per giustificare e nobilitare fenomeni che dovrebbero preoccuparlo. Come fa a non considerare populista il Movimento? Come tollerare i loro indegni attacchi all’Europa e ai valori della sinistra?
Orfini quindi parla di un Bersani che appare disorientato, sottolineando le gravi lacune del Movimento 5 Stelle evidenziate negli ultimi giorni in confronto con le metodologie interne presenti nel Partito Democratico.
Basterebbe guardare alla cronaca: l’assenza di democrazia interna, candidati sindaci allontanati senza spiegazioni mentre "leoni" come Di Maio e Di Battista non hanno neanche la dignità di sollecitare un chiarimento al capo. E che dire dell’assalto durante l’ufficio di Presidenza in cui stavamo tagliando i vitalizi? La verità è che il Pd è un grande partito popolare, con democrazia e primarie.
Secondo Matteo Orfini il Pd deve pensare a vincere le elezioni da solo, ricordando come anche con un sistema puramente proporzionale come quello delle Europee il partito fu capace di ottenere il 41% dei voti.
Quelli però erano altri tempi, la realtà è che in questo momento il Partito Democratico è dietro sia ai 5 Stelle che al centrodestra. Aspettando l’esito delle primarie, il futuro per i dem appare comunque sempre molto incerto.
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