BCE: Min. Economia Germania, quella di Weidmann non è l’unica candidatura

Luca Fiore

8 Febbraio 2019 - 12:46

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Oltre a Weidmann, ci sono altri candidati idonei alla successione di Mario Draghi. È quanto ha detto il Ministro dell’Economia tedesco, Olaf Scholz. La sensazione è che la partita si svolgerà sull’asse Berlino-Parigi.

BCE: Min. Economia Germania, quella di Weidmann non è l’unica candidatura

Una figura molto professionale, ma non l’unica. Così il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ha definito la candidatura dell’attuale n.1 della Bundesbank, Jens Weidmann, alla guida della Banca centrale europea quando finirà l’esperienza di Mario Draghi.

Il mandato di Draghi alla BCE scadrà il prossimo 31 ottobre e quella del governatore della BuBa è da sempre una delle candidature più accreditate.

Partita sull’asse Berlino-Parigi (con possibili insider)

Ma, come rimarcato da Scholz, quella di Weidmann non è l’unica candidatura. Uno dei maggiori avversari di Weidmann è Francois Villeroy de Galhau, attuale governatore francese.

Causa le recenti tensioni con la Francia, negli ultimi giorni il Ministro dell’economia italiano che, in condizioni normali -e per vari motivi- forse preferirebbe un candidato meno “falco”, ha aperto alla designazione del rappresentante teutonico.

Per il post-Draghi, ha detto Tria facendo riferimento alla linea rigorista di cui Weidmann rappresenta la massima espressione, “la decisione non dovrebbe essere troppo condizionata dagli eventi del passato".

Questo non vuol dire, ha precisato il titolare di via XX Settembre, “che io sostenga la candidatura ma sono aperto in proposito".

Del gruppo dei papabili pronti a raccogliere la pesante eredità di Draghi fa parte anche l’ex governatore della banca di Finlandia, Erkki Liikanen, e, a sorpresa, potrebbe essere della partita anche Benoît Cœuré, già membro del comitato esecutivo dell’Eurotower.

Appuntamento a giugno

La decisione su chi si siederà sulla poltrona dell’ex Governatore della Banca d’Italia sarà presa dai capi di Stato nel Consiglio europeo di giugno, in concomitanza con quella del nuovo presidente della Commissione UE.

La sensazione è che Germania e Francia si spartiranno le due posizioni: chi prenderà l’Eurotower, sarà costretto a cedere la guida della Commissione.

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