L’incontro dei supervisori internazionali per l’approvazione delle nuove regole sul capitale delle banche, conosciute come Basilea IV, è slittato. Ecco lo scoglio che frena le trattative.
L’incontro dei supervisori internazionali per l’approvazione delle nuove regole sul capitale delle banche, conosciute come Basilea 4, è slittato. Le autorità bancarie globali (governatori di banche centrali e capi della vigilanza) avrebbero dovuto riunirsi l’8 gennaio per fissare i nuovi standard patrimoniali - ovvero quanto capitale gli istituti di credito debbano accantonare per prestiti e altri asset - finalizzati a evitare una nuova crisi finanziaria.
Ma il Comitato dei regolatori - come annunciato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali - ha bisogno di più tempo per ultimare questo lavoro. Sul sito internet della BRI, il Comitato di Basilea scrive:
“C’è bisogno di più tempo per finalizzare una parte del lavoro, tra cui calibrazione definitiva del quadro. Una riunione del GHOS (Group of Central Bank Governors and Heads of Supervision, ndr), originariamente programmata per inizio gennaio, è quindi stata rimandata. Il Comitato dovrebbe completare il lavoro nel prossimo futuro”.
Banche: ecco lo scoglio che frena le trattative su Basilea 4
Le discussioni probabilmente riprenderanno a inizio marzo. La riforma di Basilea 3 (nota anche come Basilea 3) ha finora scontentato quasi tutti in Europa. I regolatori del Vecchio Continente temono che la richiesta di requisiti patrimoniali più stringenti per gli istituti di credito possa frenare i prestiti, che rappresentano la prima fonte di finanziamento per le imprese.
Secondo l’associazione bancaria europea EBF, con le proposte iniziali del Comitato di Basilea i requisiti di capitale sarebbero saliti del 55%.
Lo scoglio principale - a quanto si apprende - è rappresentato dalla scelta del livello minimo di capitale necessario alle banche, a prescindere dai singoli modelli utilizzati da ciascun istituto. Ad esempio, per determinare i buffer di capitale richiesti, Deutsche Bank impiega i suoi modelli e non quello standard.
Il nodo degli output floor
Il Comitato di Basilea preme per l’introduzione degli output floor, ovvero limitazioni che scattano nel momento in cui i requisiti calcolati in base ai modelli interni risultano eccessivamente inferiori alle regole standard.
In una missiva inviata a fine dicembre ai vertici del Comitato di Basilea (e di altre autorità europee e nazionali come Commissione UE, BCE, EBA e Bankitalia), l’EBF ha spiegato che l’output floor diventerebbe “il maggior vincolo prudenziale per la crescita economica” nel Vecchio Continente:
“L’Europa non deve accettare l’imposizione indiscriminata di output floor che metterebbero le banche in condizioni di svantaggio rispetto a quelle di aree che non sarebbero colpite dalla misura, come gli USA”.
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