Banche e prestiti oculati: ecco quali sono le migliori 10 secondo Equita Sim

Antonio Atte

20 Luglio 2016 - 12:56

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Banche e prestiti oculati: Equita Sim ha stilato una lista delle migliori 10 banche italiane in base all’indice Texas ratio. Ecco quali sono.

Banche e prestiti oculati: ecco quali sono le migliori 10 secondo Equita Sim

Banche e prestiti oculati: la classifica delle prime 10 banche italiane in base al Texas ratio - Equita Sim, la banca d’investimento guidata da Alessandro Profumo, ha stilato una classifica delle 10 banche italiane che attuano la gestione più oculata del credito.

Gli istituti presenti nella tabella sono stati classificati sulla base di un parametro molto chiaro: la capacità di fare prestiti solo a coloro che poi si rivelano in grado di restituirli (almeno in linea generale). Ma quali sono le banche in questione?

Il criterio scelto per la stesura di questa classifica è il Texas ratio, un indicatore importante per definire lo stato di salute di un istituto di credito. Questo indice fu applicato per la prima volta negli anni ‘80 dal manager dell’azienda canadese RBC Capital Markets, il banchiere Gerard Cassidy, dopo il default di circa 400 banche texane, e misura il rapporto tra i crediti deteriorati lordi e l’ammontare della liquidità di cui una banca dispone più gli accantonamenti per fronteggiare eventuali crisi.

Se il Texas ratio è inferiore a 100, la banca in questione viene considerata solida dal punto di vista del capitale. Se invece è superiore a questa soglia, si rende necessaria una ricapitalizzazione.

Banche e prestiti oculati: ecco la classifica completa

A svettare nella classifica delle banche “virtuose” stilata da Equita Sim è Credem (Texas ratio al 43%). All’ultimo posto troviamo invece Mps, con un Texas ratio pari al 295% e quindi di gran lunga superiore alla soglia di sicurezza. Ma vediamo la lista completa.

  • Credem (T.R. 44%): a fine 2015 gli Npl lordi del Credito Emiliano erano pari al 6,1% dei crediti complessivi, e i prestiti alla clientela concessi dal 2009 al primo trimestre dell’anno in corso dalla banca con sede a Reggio Emilia sono cresciuti considerevolmente: +23,4%. Dati che confermano l’attenta gestione del credito da parte di Credem;
  • Intesa Sanpaolo (T.R. 88%): la banca sistemica - che ha contribuito con un miliardo di euro alla capitalizzazione del fondo Atlante - ha una quota di Npl lordi pari al 16,5%, risultando la meno esposta tra le big del credito;
  • Unicredit (T.R. 93%): l’istituto di Piazza Gae Aulenti, che sotto la guida del suo nuovo ad Jean-Pierre Mustier ultimamente ha ceduto il 10% delle controllate Fineco e Pekao, è esposto per 62 miliardi, con una percentuale di sofferenze lorde pari al 24,9%;
  • UBI Banca (T.R. 131%);
  • Bper (T.R. 144%);
  • Creval (TR. 148%);
  • Banco Popolare + BPM (T.R. 154%): il Texas ratio in questo caso è calcolato in vista della fusione delle due banche.
  • Popolare di Sondrio (T.R. 181%): la banca ha comunicato ai suoi soci che nel prossimo autunno avverrà la trasformazione in società per azioni.
  • Carige (T.R. 181%): gli Npl lordi della banca ligure ammontano a circa 7 miliardi. Dai prossimi risultati degli stress test EBA potrebbero emergere problemi per Carige, la quale ha chiesto a Francoforte di rivedere i rigidi criteri con cui vengono condotti gli esami degli istituti dell’Unione.
  • Mps (T.R. 295%): Monte Paschi Siena - non è una novità - rappresenta l’osservata speciale del sistema creditizio italiano. L’istituto senese ha in pancia una quantità monstre di sofferenze lorde (circa 47 miliardi su 136,3) ed entro il 2018 deve smaltire 10 miliardi netti di sofferenze per venire incontro alle richieste della BCE.

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