Banca d’Italia indaga sulla Bank of China per riciclaggio

Matteo Bienna

11 Aprile 2016 - 14:47

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La Banca d’Italia è impegnata in un’ispezione presso gli uffici della Bank of China. Possibile che riguardino l’inchiesta sul riciclaggio di 4,5 miliardi di euro.

Banca d’Italia indaga sulla Bank of China per riciclaggio

Gli uffici della Bank of China sono oggetto di un’ispezione da parte della Banca d’Italia.
Secondo il fronte orientale si tratta di controlli di routine ma, realisticamente, potrebbero riguardare anche la vicenda “Fiume di denaro”.

Questo il nome dell’inchiesta condotta dalla procura di Firenze, che vede l’istituto cinese e altre 297 persone sotto accusa per il riciclaggio di 4,5 miliardi di euro.

Il denaro sporco è stato trasferito dal 2006 al 2010 attraverso Money2Money, il money transfer cinese che si occupava delle rimesse, ormai non più in attività.

L’ispezione potrebbe quindi fornire nuove indicazioni alla magistratura di Firenze, in un’inchiesta dai contorni ancora molto incerti.

Banca d’Italia e Bank of China: l’inchiesta

Tra il 2006 e il 2010 è stato trasferito un ammontare totale di 4,5 miliardi di euro dall’Italia alla Bank of China.
Al fine di evitare i sospetti, la cifra è stata suddivisa in numerose piccole transazioni che si sono costantemente protratte lungo i quattro anni.

Si è trattato di numerosissime operazioni che gli inquirenti hanno individuato provenire dallo stesso mittente, il quale è riuscito però ad eludere i controlli bancari, avendo suddiviso i trasferimenti in importi di piccola fattura, tali da non impensierire le autorità vigilanti.

Il denaro in questione proveniva da attività illegali quali evasione fiscale, sfruttamento di lavoro illegale e contraffazione, ed è stato trasferito per mezzo del money transer cinese Money2Money, che si occupava delle rimesse dirette dall’Italia alla Cina.

Banca d’Italia indaga negli uffici in Cina: i problemi dell’indagine

La società responsabile dei trasferimenti, Money2Money, non è più in attività.
Bank of China, inoltre, ha sempre negato qualsiasi tipo di addebito relativo alla somma di denaro sporco oggetto dell’inchiesta.

La procura di Firenze si ritrova quindi tra le mani una vicenda di difficile gestione, in particolare per quello che riguarda i rapporti tra la banca e il suo money transfer, e rimane attualmente ferma, in attesa del giudice e di un possibile rinvio a giudizio.

L’istituto cinese è accusato insieme ad altre 297 persone di riciclaggio di denaro sporco, e i controlli che la Banca d’Italia sta effettuando presso gli uffici della banca nazionale cinese sembrano proprio cercare chiarimenti sulla vicenda, nonostante dalla Cina li descrivano come semplici controlli di routine, che si attivano di norma ogni 3-5 anni, e per i quali la BoC dichiara di offrire “piena collaborazione”.

Vedremo nei prossimi giorni se l’ispezione sarà riuscita a fornire ulteriori delucidazioni sui soggetti coinvolti in questo maxi-riciclaggio.

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