BCE: scacco matto all’Eurozona. Draghi, da che parte sta? (Financial Times)

Federica Agostini

3 Agosto 2012 - 10:21

BCE: scacco matto all’Eurozona. Draghi, da che parte sta? (Financial Times)

Traduciamo l’editoriale del Financial Times di oggi: cosa significano strategicamente le parole di Mario Draghi e da che parte sta il Presidente della BCE?

Distinguendo in maniera decisiva i ruoli tra Banca Centrale Europea e leaders eletti, Mario Draghi ha fatto scacco matto all’Eurozona che aspettava un’intervento immediato ed ha passato il turno alla classe politica.

Scacco matto

La scorsa settimana, il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha lanciato una sfida agli investitori che dubitavano della sua determinatezza ad agire nel bene della moneta unica.

Ieri, durante la conferenza stampa, Draghi ha fatto scatto matto nella partita tra mercati, leader politici e BCE.

Lungi dal moderare la sua posizione presa a Londra, Draghi ha ribadito che la BCE è pronta ad intervenire e ad interrompere il processo di disintegrazione dei mercati finanziari europei entro i limiti del suo mandato.

In un momento significativo per la storia della Banca Centrale Europea, Draghi non ha dato spazio a dubbi riguardo determinatezza della BCE a voler agire nel diritto conferitole dal suo mandato: la difesa della stabilità monetaria.

E, riguardo ai dubbi sulla sopravvivenza dell’Euro, Draghi afferma che la moneta unica è qui per rimanere e, per tanto, è inutile andarle contro.

Nel giro di qualche settimana, la BCE annuncerà il piano per l’acquisto di titoli di Stato e, se necessario, ha aggiunto Draghi, il consiglio di Governo potrebbe adottare una nuova "politica monetaria non-standard", al fine di ripristinare le disfunzioni dei mercati finanziari.

Nessuno dei concetti espressi da Draghi è stato sufficiente a far abbassare la guardia ai mercati.

In che caso la BCE può intervenire?

Affinché possa verificarsi un intervento della Banca Centrale Europea, ha sottolineato Draghi: i governi problematici devono spingere sul consolidamento del sistema fiscale e sulle riforme strutturali.

L’intervento della BCE non può sostituirsi al ruolo del governo nel compito di dover mantenere l’economia nazionale compatibilmente con le politiche della moneta unica.

E, prima che i fondi della banca centrale siano resi disponibili per frenare lo scetticismo riguardo alla validità dell’affermazione "l’euro è qui per rimanere", il paese in questione dovrà aderire ai fondi di salvataggio dell’Eurozona.

In realtà, ciò che Mario Draghi ha detto ai governi è: "Facendo le scelte giuste, la BCE sarà presente per salvarvi e per ricompensare la virtù".

La strategia di Draghi, da che parte sta?

Certamente, quanti si attendevano un intervento immediato da parte della Banca Centrale, sono rimasti perplessi, notando i termini condizionali con la quale la Banca si dice pronta ad intervenire. Ma non bisognerebbe sottovalutare la potenza strategica delle parole di Draghi.

Appoggiare l’acquisto, pressoché illimitato (rispetto al primo, caratterizzato proprio come "limitato"), di titoli di Stato può suonare come un’imposizione al pubblico della Germania.

Draghi supera brillantemente le divergenze con la Germania, adottando il diverbio filosofico sopra alla validità dell’impiego di mezzi diversi per giungere ad un fine comune.

Ma allo stesso tempo, la BCE si è allineata a pieno con la poltica di Berlino, per la quale l’aiuto può essere concesso soltanto a determinate condizioni.

Fedele al linguaggio della conferenza di Londra -che approvava l’unione bancaria a condizione di un organo di controllo sovranazionale- nelle sue nuove vesti, la BCE pretende, dagli stati che facciano ricorso ai fondi comuni dell’unione monetaria, un pezzo di potere nazionale.

Il salvataggio non è automatico

Draghi ha insistito, perché i paesi devono rivolgersi prima ai fondi -i quali devono accordare il loro supporto- la BCE inoltre assicura che i governi condivderanno gli stessi rischi della banca e, cosa più importante, l’iinziativa per l’aiuto spetta al Premier della nazione in questione.

In questo modo, la BCE si riserva il diritto di non agire: nessun salvataggio sarà automatico.

Politici: è il vostro turno

Tutto ciò lascia grandi incertezze, non ultima quella riguardo ai fondi di salvataggio. E, se anche questa dovesse trovare risposta, rimane la questione di come farà la Banca Centrale ad assicurare gli investitori riguardo al suo ruolo di "garante", come è stato con la Grecia?

Ma a questo punto i riflettori si accendono sulla classe politica. Mario Monti e Mariano Rajoy, non hanno molte alternative, data la determinazione della BCE a voler ri-disciplinare i mercati finanziari.

La Banca Centrale non può risolvere i problemi insiti nei sistemi poco competitivi dell’eurozona. Mario Draghi, questa settimana, ha distinto perfettamente i ruoli di Banca Centrale e Classe Politica, nel dramma dell’Euro. Tutti i leader eletti, adesso, devono fare la loro mossa.

Traduzione per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini - Fonte: Financial Times

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