I tassi BCE restano fermi, come da attese, allo 0,25%. Draghi ha fatto capire che agirà nuovamente se l’inflazione continuerà a scendere
Ieri la BCE ha mantenuto invariati i tassi di interesse allo 0,25%, il livello più basso di sempre, confermando così la politica monetaria espansiva inaugurata sul finire del 2011 dal governatore Mario Draghi. Il banchiere italiano ha finora affrontato con decisione i problemi di natura finanziaria, risollevando l’euro (forse fin troppo, ndr) e mettendosi alle spalle la crisi dello spread.
Tuttavia restano molte incognite a livello macroeconomico, legate per lo più alla crescita e all’inflazione, ma senza dimenticare la disoccupazione record e le difficoltà di trasmissione del credito. La riunione di ieri era molto attesa non tanto per la comunicazione del costo del denaro, ampiamente scontato sullo stesso livello di novembre, ma per le nuove stime di Draghi su pil e inflazione.
Il numero uno dell’Eurotower ha innanzitutto sottolineato che la sforbiciata sui tassi di un quarto di punto di novembre è stata resa necessario dalla caduta dell’inflazione sotto l’1%. Le nuove stime sull’inflazione sono state riviste al ribasso: per il 2013 all’1,4% dall’1,5%, per il 2014 all’1,1% dall’1,3%, per il 2015 all’1,3%.
Si tratta di valori nettamente più bassi del target della BCE del 2%, ma Draghi ha ricordato che siamo ancora su livelli accettabili in ottica di medio-lungo termine. Il numero uno della BCE ha comunque escluso la presenza di pressioni deflazionistiche nell’area euro. Per quanto riguarda la crescita, restano elevati i rischi al ribasso per l’economia dell’eurozona.
Per il 2013 la crescita economica sarà negativa dello 0,4%, anche se Draghi si aspetta un valore positivo del pil nell’ultimo trimestre. Per il 2014 la stima sul pil è stata incrementata leggermente all’1,1% dall’1%, mentre il pil 2015 dovrebbe crescere dell’1,5%. Il banchiere italiano ha fatto capire che se le pressioni al ribasso sull’inflazione aumenteranno, la BCE sarà pronta ad agire.
Secondo gli esperti, difficilmente si assisterà al taglio dei tassi sui depositi su valori negativi o una nuova LTRO. La strada più facilmente percorribile resta quella di un nuovo taglio dei tassi di interesse, fin quando non raggiungeranno un valore completamente pari a zero.
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