Benoit Coeure (BCE) offre nuove argomenti dall’ipotesi del QE ma spiega che da solo non basta, la Banca Centrale Europea potrebbe adottare anche altre misure e gli Stati dell’UE, riuniti oggi nel Consiglio Europeo devono perseverare nelle riforme strutturali.
La seduta di ieri delle Borse Europee si chiude in positivo grazie alle dichiarazioni di Benoit Coeure, Consigliere Esecutivo della BCE che ha ridato fiato alla possibilità di un acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona da parte della Banca Centrale Europea. Più nello specifico, Coeure ha sostenuto che, qualora venisse varato il programma di quantitative easing dalla BCE, programma intorno al quale esiste già un ampio consenso in seno al board della BCE, l’acquisto di titoli di Stato costituirebbe lo scenario base:
«dobbiamo fare altri sforzi per aumentare il tasso di inflazione e sostenere l’economia. Non è tanto una questione di capire se dobbiamo fare qualcosa quanto di discutere del modo migliore di farlo. Se vogliamo avviare delle nuove iniziative, ovviamente dobbiamo raggiungere quei segmenti del mercato dove vi è più liquidità e il mercato dei bond governativi è l’opzione base, il che non significa che compreremo necessariamente solo bond governativi».
Le dichiarazioni di Coeure, in netto contrasto con quanto dichiarato pochi giorni fa dal presidente della Bundesbank, Jens Wiedmann, che aveva esternato tutto il suo scetticismo riguardo a un eventuale programma di quantitative easing, sono riuscite a far recuperare alle borse europee le perdite messe a segno nella giornata di ieri e hanno avuto l’effetto di riportare il tasso dei BTp a 10 anni al di sotto del 2%. Il fatto che gli investitori siano tornati ieri, a comprare titoli di stato, è il segnale che le parole di Coeure hanno goduto di vasto credito da parte degli operatori finanziari.
Tuttavia Coeure ha ribadito che, nonostante la BCE abbia un dovere sia morale che legale riguardo al risollevamento dell’economia dell’eurozona e del tasso d’inflazione, l’attuazione di misure straordinarie non deve portare gli Stati membri a mollare la presa sulle riforme strutturali. Proprio questo è il messaggio che il Consiglio Europeo che si terrà oggi a Bruxelles, potrebbe ricevere dai rappresentanti della BCE.
Senza riforme strutturali, infatti, qualsiasi programma di politica monetaria, per quanto ambizioso, potrebbe risultare inefficace. Tuttavia, in questo caso, gli obiettivi che i Paesi membri dell’Unione devono perseguire sono profondamente differenti.
Se Francia e Italia devono rafforzare le riforme e contenere la spesa pubblica, al fine di tenere sotto controllo il debito pubblico, che in quei due paesi non accenna a diminuire, la Germania dovrebbe preoccuparsi di aumentare i propri investimenti, soprattutto in infrastrutture, e di potenziare la domanda interna.
L’altro nodo sul quale Italia e Francia devono lavorare ancora, è quello della riforma del lavoro e del fisco. Anche se alcuni passi sono stati già fatti in proposito, nel pensiero di Draghi è presente la convinzione che l’acquisto di titoli di stato da parte della BCE, pur riuscendo a dare nuovo slancio all’economia nel breve termine, costituirebbe uno sforzo vano nel lungo periodo senza l’attuazione delle riforme strutturali.
Altri grandi temi all’attenzione dei capi di stato dei Paesi membri dell’Unione, riuniti oggi, saranno il piano d’investimenti da 315 miliardi di euro, presentato lo scorso Novembre dalla Commissione Europea, il calo del prezzo del petrolio e, soprattutto, la crisi russa e quella correlata dell’Ucraina.
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