Bce: è iniziata la guerra (interna) sui tassi, cosa succede?

Violetta Silvestri

19/02/2022

19/02/2022 - 12:47

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La Bce si prepara a un incontro di marzo piuttosto infuocato: il dibattito sulla necessità di aumentare i tassi già nel 2022 si sta intensificando. C’è una lotta interna tra falchi e colombe?

Bce: è iniziata la guerra (interna) sui tassi, cosa succede?

Acque agitate nella Bce. Sebbene Lagarde continui a parlare di gradualità, prudenza, flessibilità per le prossime scelte di politica monetaria, l’inflazione brucia e le prospettive si incupiscono.

L’incontro del 10 marzo, quindi, si preannuncia più caldo che mai e stando alle indiscrezioni e ai commenti sparsi dei vari funzionari dell’Eurotower, si sta facendo strada l’idea che i tassi di interesse dovranno probabilmente aumentare alla fine di quest’anno a fronte di una prospettiva di inflazione più forte.

Guerra interna tra falchi e colombe nella Bce? La Banca Centrale Europea resta osservata speciale.

Svolta alla Bce? Sui tassi c’è aria di litigio

La pressione cresce sempre di più intorno alla Bce.

L’inflazione nell’Eurozona ha più volte battuto record e, al 5,1%, è più del doppio dell’obiettivo del 2% fissato da Francoforte.

La Federal Reserve, nel frattempo, è molto più avanti nella propria uscita dal sostegno alla pandemia. La Banca d’Inghilterra ha già alzato i tassi due volte.

Anche alcuni dei funzionari più cauti del Consiglio direttivo della BCE, composto da 25 membri, stanno cambiando posizione secondo le ultime indiscrezioni. L’istituto europeo è troppo accomodante?

Lagarde ha avvisato che un inasprimento troppo rapido della politica rischia di far deragliare la ripresa economica dell’Europa e la stessa valutazione dell’inflazione europea mostra differenze con quella USA.

Tuttavia, diversi commenti pubblici dei funzionari BCE hanno messo in evidenza un certo disagio sulla linea della governatrice.

Per esempio, il membro del consiglio esecutivo Isabel Schnabel ha emesso uno degli avvertimenti più severi, affermando che il “rischio di agire troppo tardi è aumentato”.

Il tedesco Joachim Nagel e l’olandese Klaas Knot hanno entrambi lanciato l’idea di un aumento dei tassi quest’anno.

Il lettone Martins Kazaks ha affermato che un rialzo è abbastanza probabile, anche se ha definito le recenti scommesse del mercato monetario su mosse di due quarti di punto “un po’ troppo forti”.

I falchi indicano il mix di costi energetici in aumento, persistenti ringhi della catena di approvvigionamento e tensioni geopolitiche che rischia di alimentare le richieste salariali e le aspettative di inflazione.

Flessibilità, la parola d’ordine dovish. Cosa significa per la Bce?

Ci sono altri responsabili politici, tra cui lo slovacco Peter Kazimir e il francese Francois Villeroy de Galhau, che continuano comunque a sottolineare la necessità di flessibilità.

Sebbene entrambi possano prevedere la conclusione dell’acquisto di obbligazioni in estate, un aumento del tasso non è visto necessariamente seguire in breve tempo.

Lo spagnolo Pablo Hernandez de Cos “non considera motivi per reagire in modo eccessivo” all’attuale ondata di inflazione, mentre il finlandese Olli Rehn ha avvertito che una forte risposta “probabilmente causerebbe l’arresto della crescita economica”.

Il capo economista Philip Lane, un attore chiave nella definizione della posizione della Bce, ha affermato che l’inflazione potrebbe stabilizzarsi intorno al 2%, un risultato che consentirebbe una “graduale normalizzazione”.

Un termine, quest’ultimo, di non poca importanza. Per rassicurare gli investitori sul fatto che il ritiro dall’acquisto di obbligazioni e dai tassi bassi sarà graduale e regolare, la Bce sottolineerà la differenza tra la normalizzazione e l’inasprimento della politica secondo le valutazioni di Bloomberg.

Con i ricordi della crisi del debito in Europa di quasi un decennio fa ancora vividi, le preoccupazioni per l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato alla periferia dell’area dell’euro potrebbero accendere il dibattito su un sostegno aggiuntivo per Paesi come l’Italia.

Le valutazioni da fare con estrema attenzione sono davvero tante. Con così tanto da discutere, è improbabile che i responsabili politici Bce siano d’accordo su tutti i loro prossimi passi quando si incontreranno tra poco meno di tre settimane.

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