BCE e Bundesbank: Draghi incontra la Confindustria Tedesca

Federica Agostini

24 Settembre 2012 - 18:00

BCE e Bundesbank: Draghi incontra la Confindustria Tedesca

Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, piace a tutti, meno che alla popolazione Tedesca. In Germania la stampa popolare lo ha chiamato in tutti i modi, da "amico dei banchieri" a "contraffattore di moneta", dipingendolo come il "diavolo" in opposizione all’angelico Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. E’ per questo che Draghi ci tiene a poter spiegare di persona alla Germania le decisioni prese dalla BCE e l’incontro di domani con la Confindustria Tedesca potrebbe essere il primo passo verso una nuova immagine del Presidente agli occhi dell’opinione pubblica in Germania.

Bundesbank difende, BCE distrugge?

Soprattutto negli ultimi periodi abbiamo spesso letto dell’opposizione tedesca alle politiche e alle proposte della Banca Centrale Europea.
In Germania, la popolazione ha una concezione particolare (talvolta romantica) con la vecchia moneta, il Marco, ed il suo guardiano, la Bundesbank. Per questo, agli occhi dell’opinione pubblica tedesca, il binomio Buba-Marco rappresenta il miracolo economico post-guerra. Col tempo questa "coppia" si è trasformata in leggenda e, si sa, le leggende sono difficili da cancellare.

E’ una leggenda, infatti, che il Marco fosse più stabile dell’Euro. E’ una legenda anche che la Germania godeva di maggiore stabilità dei prezzi con il Marco. E’ una legenda, infine, che la Bundesbank non abbia mai agito politicamente. Non è tutto vero quel che si crede, ma la verità è che in Germania il presidente della Bundesbank è considerato come una sorta di angelo - o comunque come una specie di Cavaliere Templare, difensore della stabilità dei prezzi e del benessere- mentre il presidente della BCE è un "italiano" che, cercando di salvare i paesi "cattivi", sta mettendo a rischio la stabilità economica della Germania.

L’antipatia per Draghi

E’ vero che la banca centrale tedesca è soltanto una dei 17 membri che costituiscono la BCE, ma è pur vero che la Germania rappresenta l’economia più grande dell’area Euro e, per tanto, la base monetaria dell’Eurozona. Dunque non sarà mai UNA delle banche, ma rivestirà sempre un ruolo di prestigio e influenza.

Per quanto riguarda Draghi, i sondaggi mostrano come su 100 intervistati, meno di 20 dichiarino di avere fiducia, ma almeno 50 sostengano di non credere nella figura dell’attuale Presidente della BCE.

Nessun presidente della Bundesbank ha mai avuto (e probabilmente mai avrà) problemi di questo tipo, la Banca Centrale Tedesca è l’istituzione che più di tutte, nella storia, ha guadagnato credibilità sul territorio nazionale tedesco. Così, agli occhi dell’opinione pubblica, le opposizioni tra Mario Draghi e la Bundesbank non fanno altro che acuire quel sentimento di "antipatia" nei confronti della BCE, il cui potere è sempre superiore a quello della Bundesbank.

Draghi alla Confindustria Tedesca: "lasciate che vi spieghi"

Dal conto suo, Draghi, ha chiesto anche di essere invitato al Bundestag (ovvero il parlamento tedesco) per spiegare se stesso e le decisioni prese dalla BCE. Il suo predecessore, Jean-Claude Trichet fu invitato al parlamento tedesco qualche anno fa, ma le condizioni erano differenti: Trichet era ben voluto, Draghi no.

Tuttavia, qualche invito è arrivato, ma da nessuna istituzione pubblica. Infatti domani il presidente Draghi parlerà davanti all’incontro annuale della Confindustria Tedesca (BDI), sarà un ottimo momento per Draghi per testare le acque della fiducia sul campo tedesco. Se da una parte il Governo Tedesco ha appoggiato gli interventi della BCE, d’altra parte è proprio la federazione delle industrie a rappresentare il nocciolo duro della critica alla BCE, visto che le aziende medio-piccole sono quelle che più di tutte hanno problemi di accesso al credito.

Così, il discorso di domani rappresenterà il primo passo per il governatore Draghi nel tentativo di spiegare alla Germania e all’opinione Tedesca che la politica monetaria della BCE sta cercando di proteggere l’economia tedesca e non di distruggerla

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