BCE: banche in Grecia senza liquidità, ecco quali sono le responsabilità di Francoforte

Simone Casavecchia

18 Febbraio 2015 - 11:37

Il Consiglio Direttivo della BCE di oggi deciderà il futuro delle banche della Grecia appese a un esile filo che le permette, ancora per poco, di attingere liquidità dai fondi di salvataggio.

BCE: banche in Grecia senza liquidità, ecco quali sono le responsabilità di Francoforte

Il futuro delle banche della Grecia è nelle mani della BCE e la loro sorte dipenderà, per un’ampia percentuale dalle decisioni che prenderà oggi il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, riunito a Francoforte.

Dopo la decisione di bloccare il Quantitative Easing nei confronti della Grecia, stante la mancanza di un accordo con la Troika sulla prosecuzione del piano di salvataggio, la BCE aveva anche rifiutato la proposta del ministro delle Finanze Greco Yanis Varoufakis, di rifinanziare il debito greco attraverso una conversione dei titoli di stato greci attualmente detenuti dalla BCE con due nuove tipologie di bond, una indicizzata all’andamento del PIL greco e l’altra a debito perpetuo (sui quali si sarebbero dovuti pagare i soli interessi, mentre la reale restituzione era procrastinata a un momento indefinito), titoli di stato che, molto prosaicamente, la stampa internazionale non aveva esitato a definire titoli spazzatura.

Queste decisioni, mal digerite dal nuovo governo greco, avevano segnato le distanze tra Francoforte e Atene e avevano, allo stesso tempo soddisfatto i falchi presenti nel Consiglio Direttivo della BCE, contrari a ogni forma di aiuto straordinario alla Grecia. Nonostante questo, la BCE è stata nelle scorse settimane, l’istituzione europea che ha maggiormente aiutato la Grecia, prevedendo due differenti rialzi nelle soglie di finanziamenti che possono essere concessi alle banche commerciali greche attraverso il fondo Ela, un fondo gestito e garantito dalla banca Centrale Greca, il cui limite è però stabilito dalla BCE, utile a far fronte alle emergenze di liquidità di ogni singolo Paese dell’Unione.

Proprio la seconda trances di aiuti che ha portato il fondo Ela a quota 65 miliardi di euro, con un finanziamento di 5 miliardi, era stata concessa fino alla giornata di oggi. Le variazioni delle soglie del fondo Ela sono state fino a oggi l’unico strumento in grado di arginare la consistente fuga di capitali messa in atto dai correntisti greci che stanno prelevando capitali a ritmi sempre più sostenuti già da alcune settimane.
Come confermano i dati pubblicati ieri dalla BCE, la scorsa settimana le banche greche hanno aumentato infatti di 51,7 miliardi l’uso dei fondi d’emergenza messi a disposizione dalla Bce tramite il fondo Ela mentre nelle due settimane precedenti hanno usufruito di 5,85 miliardi di euro. Si tratta in totale di 57, 5 mld di euro già richiesti sui 65 mld di euro disponibili.

All’acuirsi dello scontro tra il nuovo esecutivo greco e le istituzioni dell’Unione Europea ha fatto, quindi, da contraltare un ritiro dei depositi dai conti correnti greci sempre maggiore che ha, di fatto, prosciugato le disponibilità del fondo Ela, in cui sono ancora disponibili solo 7,5 miliardi di euro, una cifra che, stando ai numeri della scorsa settimana, potrebbe già essere esaurita entro il prossimo venerdì.

Dalle decisioni del Consiglio Direttivo della BCE di oggi, dipende, quindi, il reale futuro delle banche greche. Ciò è ancor più vero dal momento che le soglie di finanziamento accordate al fondo Ela possono rivelarsi un’arma a doppio taglio: se da un lato hanno finora costituito un aiuto per la Grecia, potrebbero diventare un mezzo per porre sotto scacco il governo greco obbligandolo ad accettare le condizioni di Bruxelles.

Se, infatti, il consiglio direttivo della BCE, con una maggioranza dei due terzi, decidesse di sospendere i finanziamenti al fondo d’emergenza delle banche elleniche, la solvibilità del sistema finanziario greco sarebbe seriamente compromessa. Secondo fonti Bloomberg le banche greche hanno già chiesto al governatore della Banca Centrale Greca, Yannis Stournaras, di richiedere nella riunione di oggi un ulteriore finanziamento per elevare ancora il fondo Ela.

Molto probabilmente sarà la soluzione che anche la BCE si risolverà a prendere, dal momento che chiudere i rubinetti della liquidità per la Grecia significherebbe condannare la Grecia al collasso e determinare una tempesta sui mercati, attraverso una decisione unilaterale, per di più presa a trattative ancora aperte con le controparti europee. Draghi farà presumibilmente tutto quanto è in suo potere per temporeggiare ancora anche se è certo che la BCE potrà attendere fino a Venerdì, quando è in calendario la prossima riunione dell’Eurogruppo, sebbene in un futuro molto prossimo, come dimostra bene la storia di Cipro, potrebbe compiere scelte determinanti per obbligare Atene a chiudere le trattative con le istituzioni europee.

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