Che cosa è emerso dall’ispezione lanciata da Bankitalia su Azimut Capital Management SGR. Che fine fa il progetto TNB? Il trend delle azioni YTD e su base annua.
L’annuncio è arrivato oggi, giovedì 13 novembre, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, attraverso la pubblicazione di un comunicato da parte di Azimut Holding, relativo all’esito dell’ispezione lanciata da Bankitalia sulla sua SGR. Esito che è finalmente arrivato e che riguarda uno dei campioni del risparmio gestito in Italia, per la precisione, come si legge nella sua presentazione, “la principale società di gestione del risparmio indipendente in Italia”.
Quelle parole scritte nero su bianco nel comunicato, che hanno confermato come Bankitalia abbia rilevato la presenza di “un quadro connotato da rilevanti carenze di governance e organizzative” a seguito dell’ispezione lanciata su Azimut Capital Management, hanno fatto scattare subito i sell sulle azioni Azimut Holding, quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari.
Il Presidente di Azimut Pietro Giuliani, dividendo e buyback non sono in discussione. Clima di caccia alle streghe
Pronta la reazione di Pietro Giuliani, Presidente di Azimut Holding, che ha cercatodi calmare i nervi di Piazza Affari, precisando che i dividendi e i buyback del gruppo “non sono in discussione”.
Giuliani ha parlato di “voci incontrollate” che si sono rincorse oggi a Piazza Affari, aggiungendo che la carica di sell che si è abbattuta sulle azioni è stata inaspettata e irrazionale.
Di seguito le sue dichiarazioni:
“Alla luce di voci incontrollate che si stanno rincorrendo sul mercato, confermo la mia proposta al Consiglio di Amministrazione di quanto già comunicato al mercato. Azimut Holding, non essendo sotto vigilanza prudenziale, non può essere sottoposta a cambi di politiche di dividendi e buyback. La maggioranza dei suoi azionisti in sede assembleare è l’unico organismo titolato a tale decisione.”
Così, ancora, il Presidente di Azimut Holding Giuliani:
“Ritengo che quanto sta accadendo sul titolo Azimut sia inaspettato e irrazionale. Le attuali quotazioni di Azimut Holding rappresentano per gli investitori un’ottima opportunità di acquisto e/o di rafforzamento delle proprie posizioni. Per questo a titolo personale, ho già dato disposizioni di incrementare il mio investimento in azioni Azimut per alcuni milioni di euro da qui ai prossimi giorni. Lo anticipo al mercato poiché non vorrei che in questo clima di “caccia alle streghe” qualcuno pensasse che in qualche modo sia coinvolto nel “sali e scendi” di borsa per trarne profitto personale”.
Riguardo al progetto TNB, il presidente di Azimut ha dichiarato che il piano non è in discussione:
“Nella mia vita professionale, insieme ai colleghi, ho realizzato cose molto più difficili che collaborare all’ottenimento di una licenza bancaria. Non chiedo al mercato rispetto, ma almeno l’utilizzo del buon senso nel pensare che il Gruppo Azimut possa essere costretto a desistere dalla realizzazione di TNB. Preferiremmo che ci fosse consentito in tempi ragionevoli di ottenere la licenza in Italia, ma se ciò non fosse possibile, esistono altri Paesi, ad esempio la Svizzera (dove già operiamo)”.
Oggi il tonfo delle azioni Azimut è stato immediato. I titoli della holding si sono confermati subito maglia nera dell’indice Ftse Mib sfiorando in avvio di seduta un tonfo del 9% circa, per poi accelerare al ribasso e affondare fino a oltre il 16% nei minimi intraday.
Risultato: il crollo ha portato la performance del titolo degli ultimi 5 giorni a una flessione di quasi il 12%. Il trend dell’ultimo mese è invece di un calo del 4,4%.
Rimane positiva la performance delle azioni negli ultimi tre mesi di trading (+2,63%), mentre YTD, ovvero dall’inizio del 2025, Azimut ha incassato un guadagno del 30% circa. Su base annua, il titolo viaggia a un valore superiore di quasi +34% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ispezione Bankitalia su Azimut Capital Management SGR, “rilevanti carenze di governance e organizzative”
Gioiello del risparmio gestito in Italia, Azimut ha visto Azimut Capital Management SGR finire sotto il faro della Banca d’Italia, che ha avviato un’ispezione ordinaria nel periodo compreso tra marzo e giugno di quest’anno, e il cui verdetto è appena arrivato.
Dal comunicato reso noto oggi, giovedì 13 novembre 2025, sulla scia di chiarimenti richiesti dalla Consob, è emerso che Bankitalia, a seguito dell’azione ispettiva condotta sulla SGR, ha intimato ad Azimut Capital Management di agire per rimuovere le carenze rilevate: “La Banca d’Italia ha infatti specificamente riportato che dall’insieme degli elementi acquisiti è emerso un quadro connotato da rilevanti carenze di governance e organizzative ” e che “risulta quindi necessario che l’intermediario avvii con tempestività un’incisiva azione di rimedio volta a rimuovere le carenze riscontrate e a definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell’intermediario e del gruppo”.
Ancora Azimut, facendo riferimento a quanto emerso dall’ispezione di Bankitalia:
“Allo stato la situazione aziendale appare inidonea a sostenere la partecipazione della SGR a operazioni quali quelle previste dal Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio e segnatamente fusioni, scissioni, acquisti di partecipazioni, acquisti e cessioni di aziende o rami d’azienda che attengano ai servizi e attività di investimento e di gestione collettiva del risparmio”.
La precisazione di Bankitalia sul progetto TNB (The New Bank) di Azimut
Non è mancato l’appunto di Via Nazionale sul progetto per la creazione da parte di Azimut Holding della nuova banca digitale The New Bank TNB.
Nel comunicato diramato da Azimut Holding, con “riferimento al progetto TNB”, si legge che la Banca d’Italia ha osservato che “la piena implementazione del piano di rimedio richiesto a seguito degli accertamenti ispettivi condotti su Azimut Capital Management SGR è finalizzata a rimuovere tutte le carenze riscontrate e sarà oggetto di valutazione da parte della Banca d’Italia”.
Detto questo, “l’effettivo superamento di tali criticità non è un presupposto sufficiente per determinare un esito positivo degli eventuali procedimenti connessi al citato progetto, che saranno valutati nei tempi e nei modi previsti dalla vigente normativa”.
Il verdetto di Bankitalia era atteso con trepidazione da Azimut e da Piazza Affari anche per capire l’iter che il gruppo gestito dall’amministratore delegato Giorgio Medda seguirà per dar vita a TNB, acronimo di The New Bank, banca frutto di un accordo vincolante che è stato siglato lo scorso 22 maggio 2025 di quest’anno tra Azimut e FSI, il (Fondo Strategico Italiano).
Il progetto per la creazione di TNB è volto a creare, come ha annunciato in quella data Azimut Holding, “ una banca di nuova generazione, digitally native e dedicata alla consulenza patrimoniale”.
Si tratta di un piano ambizioso, che affonda le sue radici nel primo annuncio di Azimut, che risale alla fine di marzo del 2024, e che è stato avviato operativamente nel maggio dello stesso anno, con successiva concessione di un periodo di esclusiva a FSI a fine 2024.
Alla fine di maggio di quest’anno, l’annuncio relativo all’accordo vincolante per la messa a punto di una “operazione dal valore complessivo potenziale pari a circa € 1,2 miliardi nel tempo, con ulteriore upside per Azimut grazie alla partecipazione strategica del 19,99% detenuta in TNB”, come ha precisato la stessa holding.
Il dossier TNB aveva fatto schizzare al rialzo le azioni Azimut anche sulla scia di alcune indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Bloomberg, che aveva parlato di un possibile interesse da parte di ION, società di Andrea Pignataro a rilevare una partecipazione di circa il 6% di TNB.
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